Il club polesano vuole diventare un punto di riferimento calcistico, e non solo, per tutto il territorio. Presidente, direttore generale e coordinatore tecnico raccontano progetti e iniziative.
Siamo in Polesine, la zona del delta del Po. Precisamente ad Adria, una piccola cittadina di origini etrusche, costruita tra il X e VI secolo a.C. e che probabilmente ha attribuito il nome al mare Adriatico. Un territorio che si basa soprattutto sull’agricoltura, con gente semplice, consapevole di chi è, capace di rimboccarsi le maniche. Scrivo quest’articolo con la consapevolezza di chi è nato e cresciuto in queste terre dove ho cominciato a giocare prima, da ragazzo, e allenare poi. L’odore dei campi lo riconosco bene, mi sento a casa, e appena mi presento al centro sportivo del Bocar Juniors, quartiere San Vigilio di Adria, c’è quell’umidità familiare che accompagna e ha accompagnato inverni densi di allenamenti e partite, in campi dove il colore verde lo si vedeva giusto nei pressi delle bandierine del calcio d’angolo.
Il colpo d’occhio è notevolmente spiazzante, lo potete percepire anche voi guardando la foto di apertura del servizio. Si vede un’immagine dell’abbraccio di Vialli e Mancini in primo piano dipinto sulla facciata di quella che è una vecchia chiesa sconsacrata e sullo sfondo la scritta Bocar Arena. Si ha la sensazione di entrare e toccare con mano quell’oasi nel deserto che molti di noi, addetti ai lavori, hanno immaginato almeno una volta nel lungo peregrinaggio attraverso il calcio giovanile italiano. Appena varcata la soglia, il “deserto” finisce e comincio a guardarmi intorno cercando di cogliere un qualsiasi dettaglio che mi faccia capire che non sono entrato in una sceneggiatura e che tutto può essere reale.
Ad accogliermi ci sono il presidente, Tito Livio Franzolin, il direttore generale Simone Chieregato e il direttore tecnico Luca Ercolin. Attorno a loro un continuo via vai di ragazzi e allenatori, tra i quali spuntano anche vecchi amici con cui si scambiano i primi saluti. Iniziamo così il tour del centro sportivo: colpisce per ordine, pulizia e un’architettura alquanto particolare che, a primo impatto, non saprei descrivere… ma che alla fine viene facile definire sostenibile.
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Foto: archivio Bocar Juniors.