Handanovic sbaglia. Mancini di più. La Fiorentina batte l’Inter con merito e torna in testa alla classifica dopo oltre 6.000 giorni. Con gli uomini di sempre, Mancini si inventa la difesa a tre, a centrocampo Perisic finisce per essere il quinto centrocampista, un pesce fuor d’acqua. Nella Fiorentina, invece, Borja Valero é il faro, Kalinic l’acquisto meno sbandierato, ma più importante. La squadra c’è, perché ha qualità e non spreca un pallone. Fino a oggi, la viola aveva solo vinto, ora entusiasma pure. Un messaggio al campionato.
Che giornata la sesta, perdono Inter, Milan e Juventus; succede una volta ogni dieci anni.
Il Milan ricorda Penelope: fa la tela a Udine e la disfa a “Marassi”, contro il Genoa, ancora lontano dall’essere la squadra dell’anno scorso. Brutto primo tempo, buona reazione nel secondo, quando però Mihajlovic ha in campo dieci giocatori.
Sarri vince la sfida a scacchi con Allegri: il Napoli batte la Juventus, che ora si interroga sull’estate appena trascorsa. E’ chiaro, però, che non manchino Pirlo, Vidal, Tevez, ma la loro personalità. Evra non scherza: “Ora vedremo chi è da Juve”. Allegri sente la panchina ben salda, ma deve scegliere un sistema di gioco, non cambiarlo così spesso.
E’ di sabato la vittoria della Roma sul Carpi, cinque gol segnati, ma Totti, Dzeko e Keità si sono infortunati. Bene, non benissimo. Vince la Lazio a Verona, è il primo successo dopo le batoste in trasferta con Leverkusen, Chievo e Napoli; Pioli in una settimana ha perso e ritrovato la squadra, soprattutto si è acceso Felipe Anderson. Per il Toro, ancora una volta, il gol è giovane; è Benassi a festeggiare.
In fondo alla classifica sorride l’Udinese, ma il Bologna rimontato da Badu e Zapata e il Carpi si sentono a rischio.