L’Avvocato Agnelli, grande intenditore di calcio, aveva soprannominato Zibi Boniek “bello di notte”. Il polacco, la sera, in Coppa, si trasformava, come quando ne segnò due al Liverpool e incrementò l’argenteria della bacheca della Juve.
Questa Juve, che in campionato vince a fatica, giocando un calcio che non diverte, in Coppa si trasforma. La notte diventa bella. La partita con il Manchester City, vinta 1-0, con annesso primo posto nel girone da difendere tra due settimane a Siviglia, ne è la prova. La Juve gioca, costruisce e ovviamente rischia, spreca e obbliga Buffon a sigillare il risultato, ma questo poco importa. Perché a fine gara c’è la sensazione di aver visto una squadra in salute, che in Europa, pur senza il talento di Bayern e Barcellona, sarà un pessimo cliente per tutti.
Contro il City si è visto anche Alex Sandro: meno ordinato di Evra, il brasiliano sulla fascia è una freccia. L’apprendistato potrebbe essere finito.
Sono molteplici le versione sul 6-1 subito dalla Roma a Barcellona. A noi piace pensare che il pareggio tra Bate Borisov e Bayer Leverkusen abbia anestetizzato la squadra di Garcia, scesa in campo con una certezza: per approdare agli ottavi basta battere il Bate all’Olimpico.
Ne è uscita così una partita che ha imbrattato l’immagine della squadra: il Barcellona ha segnato quando ha voluto, raramente ha corso un rischio e, soprattutto, a far riflettere i giocatori della Roma c’è un episodio: l’ammonizione a Messi, per aver steso un avversario dopo una rincorsa di 40 metri.
Se i 7 gol subiti dal Bayern Monaco, l’anno scorso hanno pesato su gran parte della stagione, la domanda che ci si pone oggi è questa: le 6 reti del Barcellona mineranno il campionato? Quanto peserà il 6-1 nella corsa scudetto?