SPECIALE 25 ANNI
Prendendo spunto dall’articolo sul gioco a zona di Angelo Pereni, pubblicato 25 anni fa, si illustra la situazione attuale, i cambiamenti e le idee ancora valide.
Nei primi anni ‘60, all’età di 8-9 anni (calcisticamente sarei stato un Pulcino), oltre a giocare quotidianamente “a pallone”, mi dilettavo anche a praticare altre attività ludiche a seconda delle situazioni che stavo vivendo e nelle quali ero coinvolto. All’oratorio, per esempio, uno dei giochi più gettonati era quello dei “quattro cantoni”. Il porticato della Chiesa era perfetto per realizzare al meglio il gioco perché le colonne erano equidistanti e formavano quadrati perfettamente adatti allo scopo. Si gioca in 5, un giocatore sta nel mezzo, mentre gli altri 4 nei cantoni – o colonne – che sono gli angoli del quadrato. Lo scopo è quello di scambiarsi di posto andando a occupare il cantone libero, senza farsi anticipare da chi è nel mezzo; chi non riesce nell’intento rimane senza “casa”. Si deve presupporre che questi “passatempi ludici” formassero il giovane ai principi di tattica individuale in fase di possesso palla (smarcamento, finte e passaggio) e di non possesso palla (presa di posizione e marcamento, anticipo e intercetto). Dobbiamo dedurre, perciò, che il calcio e i giochi – sportivi e di “strada” – hanno consentito ai giovani di ieri di affrontare il mondo dello sport e, quindi anche del calcio nello specifico, con un bagaglio di esperienze motorie e tattiche straordinario.
L’articolo completo su IL NUOVO CALCIO di febbraio in edicola o in abbonamento http://www.storesportivi.it/articoli/37/il_nuovo_calcio.html