Il ruolo dell’estremo difensore è profondamente modificato nel corso dell’ultimo periodo. L’importanza nell’attività di base di proporre esercizi che integrano il lavoro coi piedi a quello specifico coi numeri uno.
Nell’arco degli ultimi vent’anni cambiamenti di varia natura sono avvenuti nella gestione delle squadre, sia a livello d’individualità – i giocatori “moderni” devono essere sempre più polivalenti e sapere affrontare un elevato numero d’incontri in una stagione – sia a livello collettivo. Sotto quest’ultimo aspetto, è rilevante far notare che tutti i club, pur mantenendo un’identità di gioco che varia in base all’allenatore, al campionato e al livello della rosa, hanno fatto loro il concetto di globalità di squadra. In particolare, sia gli undici che possono schierare talenti individuali importanti, sia quelli che si esprimono principalmente tramite un gioco d’insieme, hanno ben compreso che tutti i giocatori devono partecipare alle due fasi di gioco. Dunque, la celebre frase “Si attacca in dieci e si difende in dieci” viene ultimamente messa in discussione. Questo perché non si può dimenticare il compito del portiere, che dalla tradizione considerato un ruolo “individuale” al servizio della squadra (numerose volte lo vediamo esultare, disperarsi e arrabbiarsi da solo per quello che accade circa cento metri più avanti di lui), ora è profondamente modificato.
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