Andrea Barzagli lo ha detto piangendo: “Adesso nessuno si ricorderà di questa Nazionale”. Invece no, caro Andrea, di voi “uomini veri” ci ricorderemo a lungo. E ti spieghiamo il perché.
Qualche volta per passare alla storia non è necessario vincere, per passare alla storia bisogna fare qualcosa di eccezionale, andare oltre le proprie capacità. Nella storia, più della Germania Mondiale e dell’Argentina campione c’è entrata l’Olanda, che ha perso le due finali. Johan Cruijff e la sua squadra hanno rivoluzionato il calcio e questo è più importante di un titolo. L’aver rivoluzionato il modo di giocare è un fatto epocale, che ti consegna all’immortalità, ancor più della vittoria Mondiale. L’entrare nella storia senza vincere è più difficile, meno esaltante, per questo più bello.
Questa Italia, grazie ad Antonio Conte, all’esempio di Buffon, Bonucci, Chiellini e proprio di Andrea Barzagli, ha dato una lezione a tutto l’Europeo. Queste manifestazioni erano spesso un mero festival del talento, l’organizzazione di squadra non è mai stata curata, anche perché si è sempre pensato che non ci fosse tempo per farlo. Invece, l’Italia, questa Italia (ma anche quella del 2006 di Lippi), ha dimostrato di essere una “Squadra”, pochi personalismi, il “noi” anteposto all’“io”. Sacrificio, sudore, una dose di talento non straordinaria condita da una volontà di ferro.
E, soprattutto, a colpire, caro Andrea, è stata un’altra frase: “Avevamo il piacere di stare insieme”, parole dal sapore antico, perché spesso PlayStation e Smartphone hanno il sopravvento sulla voglia di socializzare.
A Barzagli diciamo che di questa squadra ci ricorderemo sempre, anzi per noi è consegnata alla Storia, con quella che ha vinto a Madrid e a Berlino. Ci avete regalato emozioni e avete fatto nei nostri cuori. La frustrazione e le lacrime, poi, vi hanno reso eroi mortali, avvicinandovi a tutti noi.