Scrivere: “Il Sassuolo è una favola” è totalmente irrispettoso. Il Sassuolo non è una favola, è un club che da più di dieci anni lavora seriamente e, attraverso delle scelte oculate e vincenti, ha scalato tutti i gradini del professionismo: C2, C1, B e poi Serie A. Rappresentare una cittadina di 40.000 abitanti, obbliga la società e la squadra, a dover sempre dimostrare qualcosa, ma quando si va a leggere il nome dei calciatori che compongono la rosa è facile intuire che chi li ha scelti abbia un pregio: la competenza. Che di norma paga. E leggendo che la quasi totalità dei calciatori sono italiani ci inorgoglisce, ci consegna la certezza che per fare una buona squadra non è indispensabile ricorrere a stranieri spesso dalle qualità improbabili.
L’esordio in Europa League di Lucerna, è stato vissuto con un po’ di apprensione: nei primi 10’ la squadra di Di Francesco ha fatto di tutto per farsi male e c’è riuscita. Dapprima qualche errore di Consigli, poi la trasversa, quindi la deviazione di Cannavaro su tiro di Marco Schneuwly. Poteva crollare, il Sassuolo e, malgrado non lo abbia fatto subito, ha reagito, fino al pareggio di Berardi su rigore: 1-1.
Il secondo tempo non è stato eccezionale, perché il 28 luglio non ci si può attendere molto neppure da una sfida di Coppa, però il rigore parato da Consigli e l’incrocio di Duncan (che l’Inter ha lasciato partire troppo presto), fanno ben sperare per giovedì prossimo, quando a Reggio Emilia si giocherà il ritorno che varrà il terzo turno dei preliminari.
Tutto vero, non c’è spazio per l’immaginazione, perché il libro della stagione è tutto da scrivere.