Tre giornate, in un campionato, sono una piccola porzione di stagione, ma la Serie A ha iniziato a lanciare messaggi chiari.
La Juventus è, come pensavamo, troppo forte per tutti. La dimostrazione offerta nei primi 15’ di partita con il Sassuolo è stata disarmante: due gol e due altre occasioni, che tanto sapevano di saluto a Napoli, Roma e Inter. E pure a tutte quelle squadre che faranno un pensierino alle zone alte della classifica. Higuain ha segnato tre gol in 117 minuti in bianconero, due nei primi 9 minuti da titolare: il commento è inutile, perché i numeri questa volta parlano da soli.
Il Napoli a Palermo ha giocato un’ottima gara, ma per diventare veramente grande deve smettere di parlare del passato. Penso sia ingiusto nei confronti di chi c’è, citare con livore in ogni conferenza stampa Gonzalo Higuain, che per traslocare a Torino, ha solo utilizzato una clausola inserita nel contratto firmato e controfirmato dalle parti. Lo scorso anno, la corsa della Juventus è iniziata con l’evaporare di ogni riferimento a Pirlo, Vidal e Tevez. L’esempio c’è, basta seguirlo.
Roma e Inter, ma ovviamente Spalletti è più avanti nella costruzione della squadra rispetto a De Boer, hanno un’infinità di soluzioni offensive, che nel momento del bisogno (leggi quando serve raddrizzare la partita) fanno la differenza. La Samp è in vantaggio e diluvia? Fuori Perotti ed El Shaarawy, dentro Totti e Dzeko: Giampaolo avrà pensato: “Si stava meglio quando si stava peggio…”. E cosa sarà passato per la testa di Oddo quando dalla panchina sono entrati tutti insieme: Jovetic, Palacio ed Eder?
All’appello, al momento, manca il Milan: una vittoria, due sconfitte; tre punti in classifica. Contro l’Udinese sono stati fatti due passi indietro rispetto a Napoli, tre se si pensa alla partita con il Torino, ma il valore del gruppo è palesemente inferiore rispetto a chi punta una posizione che valga l’Europa.