Il Napoli ha vinto. Viva il Napoli. Tre punti nel gironcino che vogliono dire primo posto, perché Benfica e Besiktas hanno pareggiato. Ma non può bastare, perché la squadra di Sarri sa giocare molto meglio di così. Anzi, molto molto meglio.
Gli allenatori non si accontentano di leggere il risultato sul tabellone, analizzano la prestazione, la parcellizzano per correggere ciò che non ha funzionato. Della partita con la Dinamo Kiev, il Napoli deve prendere il risultato (vittoria in trasferta 2-1), i gol di Milik (che non fa rimpiangere chi ha scelto un’altra strada) e i tre punti, ma deve fare mea culpa per come i centrocampisti hanno gestito i palloni, per come sono evaporati Jorginho e Allan, per una difesa che è stata retta da Kalidou Koulibaly, costretto a sostenere Albiol. Perché nessuno si è accorto della superiorità numerica per il rosso a Sydorchuk.
L’analisi, apparentemente dura, va oltre la gara di Kiev (che bravo il ventenne Tsygankov): la Champions non è la Serie A e da Barcellona e Monaco di Baviera giungono pessime notizie: i catalani ne hanno segnati 7 al Celtic, i bavaresi 5 al Rostov. Se per vincere a Kiev può bastare una squadra che tira in porta tre volte (due gol e un palo) e perde tanti palloni, in molte altre occasioni ogni minima disattenzione sarà punita duramente.
C’è anche grande attesa per l’esordio della Juventus: squadra tecnica e solida alla quale non manca nulla per puntare alla notte di Cardiff. Il primo avversario è il Siviglia di Jorge Sampaoli, una squadra che nella Liga è seconda e ha già regalato un 6-4, irripetibile in Champions. Sampaoli punta sul 4-1-4-1 con quattro fantasisti puri (Nasri, l’ex Palermo Vazquez, Ganso e Correa ex Samp) alle spalle della prima punta. Li riproporrà anche allo “Stadium”?