Abbiamo provato a pensare quale sia la morale della partita di “San Siro” e dei 90’ la cosa che più ci ha colpito non è il tabellone con la scritta: “Inter-Juventus 2-1”, ma il volto di Massimiliano Allegri.
L’allenatore della Juventus in queste prime cinque partite ufficiali (ci mettiamo anche la Champions) ha cercato di dare chances a tutti i suoi giocatori, ha provato a far ruotare l’enorme potenziale che la società gli ha messo a disposizione, con un risultato, quello di essersi smarrito.
In estate la Juventus (che malgrado la sconfitta rimane la squadra più forte) ha aggiunto moltissimo a quanto già aveva e ora ha una tale abbondanza di giocatori da mettere in difficoltà l’allenatore al momento delle scelte. Così può capitare che Higuain finisca in panchina, che Cuadrado ancora non si sia visto, che Pjanic possa stare a guardare in Champions. E tanto altro, perché anche Pjaca si è visto poco. Mandzukic ha mugugnato… Ma si gioca in undici, gli altri devono stare a guardare e dopo i primi sorrisi a denti stretti filtrano i primi spifferi.
Allegri, nella serata milanese, aveva il volto tirato e la faccia spaventata, ha abbozzato una sorta di difesa, piccole spiegazioni, che sono parse di facciata, perché di spiegazioni non deve fornirne. Aveva l’espressione di chi aveva la testa che girava a mille: per questo siamo convinti che la sconfitta contro l’Inter sia uno spartiacque, presto ci saranno titolari e riserve, undici che giocheranno e altri che a turno integreranno la formazione base. Con la certezza che Marchisio, al suo rientro, sarà un imprescindibile.
La Juventus ha una delle rose più forti d’Europa e paradossalmente ha più giocatori di Real Madrid e Barcellona, di Bayern Monaco e Manchester City, ma il poker d’assi al quale abbiamo fatto riferimento ha titolari e riserve. In poche parole, sono squadre con delle gerarchie. Quelle che Allegri a breve stabilirà anche alla Juventus.