E’ bastato il primo tempo contro il Cagliari per fare capire a tutti che la Juventus non è in crisi. Contro Siviglia e Inter, la squadra di Allegri ha parzialmente “toppato” (più a San Siro che in Champions), ma il poker di mercoledì è indice di salute. Le polemiche sono finite in un cassetto, ci si augura che non escano alla prossima… formazione. Come le prossime tre gare, due di campionato e una di Champions, saranno indicative delle scelte dell’allenatore che non vuole “perdere” Mandzukic.
Dopo la vittoria con la Juve, in molti hanno detto che per l’Inter la partita di Empoli aveva una valenza importantissima. Doveva essere la partita più difficile, perché contro certi avversari la concentrazione e la determinazione si trovano sempre, contro altri, nella routine del campionato, diventa più difficile. Cosa dire: 17’ e 2-0. Con De Boer che dimentica il “politically correct” e aggiunge: “Un’Inter diversa? Sono diversi i giocatori…”
Anche per la Roma questo era un turno pericoloso: il Crotone non poteva far paura, ma tutti i “fucili” spianati all’orizzonte non lasciavano tranquilli. Sentendo certe conferenze stampa, sembra che Spalletti sbagli sempre e comunque… Non siamo d’accordo, l’allenatore fa delle scelte e giustamente cerca di tenersi aperte le due opzioni: attacco con Dzeko e attacco leggero, tecnico, senza punti di riferimento. Siamo con lui…
Chiudiamo con il Napoli, superato in classifica dalla Juventus e arrabbiato perché contro il Genoa mancherebbero un paio di rigori, che quando pareggi 0-0 non sono poco. Dopo la partita, per la prima volta da quando è sulla panchina del Napoli, Sarri ha chiamato in causa la società: “Si faccia sentire il presidente” ha detto. Giusto così, gli allenatori devono solo parlare di calcio.