Abbiamo segnato quattro gol, ma non possono bastare. Il primo tempo ci aveva illusi, il Liechtenstein è certamente poca cosa, ma l’Italia ha giocato, creato e segnato. Poi la luce del nostro gioco si è fatta fioca… Che cosa è successo?
La domanda è pertinente, perché partite come queste le insidie le nascondono tutte nel primo tempo, perché la ripresa spesso è in discesa. Infatti, nella prima parte di gara, squadre come il Liechtenstein (e quelle di pari valore) fino a quando sono fresche riescono a chiudere e a rimanere concentrate, poi, nella ripresa la vita si complica. Perché? Semplice, perché i giocatori non sono abituati a una tale intensità di gioco, perché non sono abituati a tenere altissima la concentrazione per 90’, perché quando si rincorre a lungo la palla la fatica si fa sentire.
Dopo il 4-0 del primo tempo, abbiamo pensato di poterne fare almeno un altro paio, invece dopo i primi 5’ del secondo tempo, abbiamo visto troppi errori individuali: passaggi sbagliati, controlli a seguire, attaccanti che finivano in fuorigioco. Se ci siamo sentiti appagati per aver fatto 4 gol in 45’ al Liechtenstein abbiamo commesso un peccato gravissimo.
Non ho mai pensato che la Nazionale potesse classificarsi prima nel girone con una differenza reti migliore della Spagna, non è nelle nostre corde vincere segnando parecchio. Se primo posto sarà, lo otterremo solo conquistando un punto in più dei nostri avversari.
Ma una cosa è certa, i cali di attenzione non sono più permessi: contro il Liechtenstein non ci è costato molto, ma la supponenza, contro la Macedonia, ci stava costando carissima.