Due modalità per allenare l’azione d’attacco del proprio undici. La prima si basa sulla ripetizione di movimenti codificati, la seconda sulla lettura individuale delle diverse situazioni.
Spesso, conversando con allenatori che operano nei dilettanti, ascolto lamentele sulla mancanza di tempo per lavorare sugli aspetti tattici delle proprie squadre. Molti colleghi, con solo due o tre sedute settimanali, hanno il rimpianto di non riuscire a intervenire assiduamente su ambedue le fasi e parecchi si concentrano su quella difensiva, lasciando, di fatto, quella offensiva, alla libera espressione dei propri calciatori. Concordo sul fatto che il tempo sia tiranno e che, specialmente per i mister dei dilettanti, doverci fare i conti è a volte una condanna, ma in realtà la fase offensiva si può tranquillamente allenare, in maniera efficace e capillare, anche in tale contesto. Proprio perché il tempo è un avversario pericoloso, è necessario aver chiaro come organizzare i meccanismi d’attacco in modo da proporre esercitazioni realmente allenanti e che perseguano gli obiettivi desiderati. Se un allenatore vuole incidere in questo momento del gioco può scegliere di operare secondo due modalità differenti: per schemi o per principi.
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