Leonardo Bonucci andrà in tribuna. Massimiliano Allegri, in conferenza stampa, si è assunto la paternità della decisione, anche se è impensabile che non ci sia stato l’avvallo della dirigenza. La Juventus non è né dell’allenatore né del giocatore, quindi se si spedisce in tribuna il difensore più forte ci deve essere unità d’intenti, anche perché a Oporto non si gioca un’amichevole, ma l’ottavo di finale di Champions.
La decisione di rinunciare a Bonucci, punito per l’insubordinazione di venerdì durante l’innocua partita con il Palermo, però mi lascia perplesso. E non perché io pensi che la società e l’allenatore abbiano compiuto un gesto scellerato. Anzi, sono convinto dell’esatto contrario… È palese che, in questo periodo, ci siano stati episodi a noi sconosciuti e dei quali sapremo qualcosa tra un (bel) po’ di tempo, che hanno spinto il presidente Agnelli, Marotta e lo stesso Allegri a correre un rischio enorme, come quello di rinunciare a un calciatore importantissimo come Bonucci per lanciare un messaggio forte e chiaro a tutto il gruppo.
Quale messaggio? C’è una persona pagata per prendere delle decisioni, fare una formazione e decidere le sostituzioni, tutti gli altri devono andare in campo, quando vengono schierati, dare il massimo e (possibilmente) vincere le partite.