I Mondiali dal dopoguerra ad oggi raccontati da chi li ha vissuti tutti. In prima persona! Il pallone. In questo primo articolo l’edizione del 1950.
Salve, è inutile che mi presenti, tutti mi conoscete, tutti mi avete toccato, accarezzato e avete giocato con me durante la vostra vita. Io sono il senso del gioco, sono in ogni parte del mondo, ho fatto esprimere tutte le culture attraverso il football. Per questo oggi parlo io… perché nessuno meglio di me può raccontare la storia moderna in forma globalizzata, come piace tanto ai giovani di oggi. In fondo io sono un “globo”.
I miei genitori britannici mi hanno creato oltre un secolo fa, ma quei ragazzi che il 26 ottobre del 1863 si incontrarono tra una birra e l’altra, nella taverna di Great Queen Street a Londra, non avrebbero mai immaginato cosa stavano creando. Il senso a tutto quello che viene dopo, l’ho dato io, ma quella che vi voglio raccontare è un’altra storia, parte dal periodo più buio e triste per la storia dell’umanità, dove io e i miei simili eravamo stati sostituiti da armi devastanti come l’uomo mai aveva conosciuto. Invece di utilizzarmi per le loro dispute, preferirono le armi. Questa storia incomincia da quando quella follia chiamata guerra terminò e il mondo tornò di nuovo a giocare con me, anche se era difficile trovare uno spazio senza un cumulo di macerie per scendere in campo.
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