Gli speciali de Il Nuovo Calcio
L’ex giocatore bianconero Alessandro Birindelli, allenatore nella passata stagione della squadra Allievi dell’Empoli, interviene al nostro Master, prima in aula e poi, insieme al suo collaboratore Massimo Saccà, sul campo. Sottolinea, come premessa, quanto siano state importanti le esperienze vissute prima da calciatore e poi da tecnico perché gli hanno permesso di venire a contatto con diverse metodologie d’allenamento. Analizzando con attenzione i metodi provati, sono emerse idee, considerazioni, valutazioni che lo hanno portato a pensare all’allenamento per princìpi, e non a quello per schemi, come quello ideale per i giovani giocatori.
I princìpi di gioco possono essere definiti come le idee e i progetti ai quali i giocatori possono affidarsi per risolvere determinate situazioni nel contesto di gara. Sono, in sintesi, le “categorie” entro le quali si suddivide l’intero avvenimento calcistico. Servono a contenere azioni e comportamenti che si verificano in campo e rappresentarli, esprimendo il “perché” accadono e non il “come” avvengono. Ogni giocatore è quindi responsabile di ciò che esegue, in pratica ha un certa libertà decisionale in fatto di modi, tempi, spazi, scelta d’esecuzione, tenendo sempre conto dei movimenti dei compagni e degli avversari. Il modello prestativo del giocatore “ideale” infatti prevede:
• una tecnica precisa e rapida;
• un’importante velocità di spostamento;
• una capacità di decisione tattica ben allenata e reattiva.
Scopri di più sul numero di agosto: in edicola e disponibile anche attraverso abbonamento cartaceo e digitale.