Ci sono partite da vincere. Da vincere e basta. Non devi giocarle bene, devi vincere perché il risultato è più importante di tutto. Le devi vincere per te, per dimostrare che tutto quello che si dice in giro non è vero, è una colossale bugia. Quella partita da vincere, il Milan l’ha persa ancora una volta.
Che la Juventus, vincitrice di sei scudetti consecutivi, sia la squadra più forte d’Italia (non se ne abbiano i tifosi del Napoli) non è una novità, che Allegri abbia saputo costruire una banda cinica è cosa nota a tutti. Di conseguenza il compito non era facile, anzi era terribilmente difficile. Però se hai già perso contro Lazio, Sampdoria, Roma e Inter, se quando l’asticella si alza non collezioni neppure un punto è evidente che non si possa più guardare in faccia a nessuno.
Poco importa che Montella nel post partita di Verona abbia lodato la squadra per il 4-1 o per aver segnato dopo 43 passaggi consecutivi. Il Milan doveva vincere contro la Juve, non per raddrizzare la classifica, perché questo sarebbe stato comunque un esercizio lungo.
Il Milan doveva vincere per sé stesso, per dimostrare che il mercato di Fassone e Mirabelli non era un illusione. Il Milan doveva vincere e ancora una volta ha perso. E dopo l’undicesima giornata è già game over.