Ho seguito la partita del Milan con grande attenzione: avrebbe sì meritato di vincere, ma ha giocato male. Milan-Torino è stata una brutta partita e il merito va equamente diviso tra le due squadre e tra i due allenatori.
Da una parte il Milan, che ha un gioco lento, prevedibile, senza una sovrapposizione in fascia, una triangolazione negli ultimi trenta metri, un inserimento di un centrocampista… Dall’altra Mihajlovic ha messo in campo una squadra che ha pensato solo a rompere, il Torino ha tirato verso la porta per la prima volta all’82’ e ha impegnato Donnarumma (capocciata di Belotti e ribattuta di Iago Falquè) all’89’.
Più di qualsiasi giornalista e di qualsiasi opinionista, a fare testo è il commento all’unisono dei 52.000 spettatori, che al fischio finale di Irrati hanno fischiato.
Le domanda che tutti si pongono, però, pensando al Milan sono parecchie: come mai la squadra fatica così? Perché Montella non riesce a vedere in campionato quanto prova nella quiete di Milanello? E ancora, può il 4-1 subito contro la Lazio alla terza giornata aver bloccato totalmente la crescita della squadra o peggio ancora procurato una regressione nel rendimento?
Un’ultima considerazione: ora il Milan ha tre partite contro squadre oggettivamente più deboli: Benevento, Bologna e Verona. Beh, se non le vincerà e, soprattutto, se le prestazioni non saranno convincenti, la crisi a questo punto sarà conclamata. Altrimenti si potrà dire di iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel.