Qual è la tua filosofia di attacco?

Qual è la tua filosofia di attacco?

Alcuni mesi fa come ogni appassionato di calcio ho visto la doppia sfida di Champions League fra Napoli e Manchester City. Diversi addetti ai lavori hanno presentato il match come quello fra due squadre che interpretano lo stesso tipo di gioco, con lo stesso sistema (4-3-3) e la medesima idea di dominare la gara attraverso il possesso palla e via dicendo. Osservando l’incontro con attenzione e conoscendo la filosofia di calcio dei due undici, queste considerazioni mi sono parse totalmente sbagliate. I due concetti di gioco che guidavano la fase offensiva dei due allenatori infatti mi apparivano completamente diversi. Questa considerazione mi ha dato l’idea per analizzare quelle che chiamerò “filosofie di attacco”, ossia le idee alla base dello sviluppo della fase offensiva che ogni allenatore, consciamente o inconsciamente, segue nell’organizzazione del possesso palla. Ne ho individuate tre di dominanti nel calcio moderno. Vi sono tecnici che seguono quasi in maniera assoluta una filosofia e altri che usano una combinazione di due delle tre. Come ogni discorso “filosofico”, passatemi la ripetizione, non bisogna mai pensare di utilizzare questi concetti in maniera esclusiva, ma magari conviene applicarli alle diverse partite, in base alle situazioni che si creano, agli avversari… Le tre “linee guida” per attaccare individuate sono:
– expansive;
– stretching;
– overloading.

Expansive
L’attacco expansive (letteralmente espansivo) si realizza attraverso uno sfruttamento costante della totale ampiezza del campo, normalmente grazie a due ali che si posizionano sempre sul limite esterno del terreno di gioco, ossia sulla linea laterale. È il tipo di attacco che in questa stagione è stato effettuato dal Manchester City di Guardiola. Parte da un concetto molto semplice, quello di contrapporsi alla compattezza difensiva che tende a “restringere” il campo, posizionando giocatori larghissimi, pronti a usare la possibilità di attaccare il lato debole con un cambio gioco. Molto importanti, comunque, sono le caratteristiche di tali elementi che ampliano il fronte offensivo. Infatti, devono avere importanti peculiarità tecniche ed essere molto bravi nell’1>1 e nel dribbling. Questa è una premessa quasi obbligatoria: questa scelta e le caratteristiche degli esterni, infatti, porterà la squadra avversaria a decidere: se mantenere la compattezza sul lato palla, ma esporsi al cambio gioco verso un giocatore molto bravo nell’1>1; se tentare di marcare questi giocatori preventivamente, cercando di non far arrivare il pallone a loro, liberando tuttavia lo spazio centrale per gli avversari. Chiaramente, con due elementi che, di fatto, non partecipano attivamente alla costruzione e allo sviluppo, la squadra che opta per questa filosofia deve avere giocatori capaci di “impostare corto” con due calciatori in meno (9 invece che 11). Il tipo di costruzione verticale diretta è infatti poco indicato in questo attacco per la difficoltà dei giocatori nella
prima linea di vincere i confronti (spesso in inferiorità numerica) e quella della squadra di conquistare la seconda palla (con giocatori molto larghi risulta ampio lo spazio da coprire sulle respinte). Un uso “estremo” dell’attacco espansivo prevede una coppia di giocatori per lato molto larghi (spesso terzini e ali), in modo tale da utilizzare l’appoggio esterno basso in costruzione laterale. Chiaramente, se l’undici sceglie per questa strategia, i terzini non devono essere schierati molto avanzati per non occupare lo stesso spazio dei compagni. Tale fase offensiva può risultare molto efficace con difese che agiscono di reparto e che quindi, di fatto, lasciano scoperto il lato debole per il cambio campo. Così facendo, si incrinano le certezze difensive degli avversari e li si costringe a lasciare maggiori spazi centrali qualora vogliano poi “spezzare” il reparto e marcare in maniera preventiva gli esterni. Chiaramente, questo tipo di attacco espone ad alcuni potenziali problemi in transizione negativa. Avendo giocatori molto larghi, non è facile pensare a un sistematico tentativo di riconquista immediata della palla dopo aver perso il possesso. Per questo, è fondamentale la capacità dei centrali di rallentare la transizione avversaria, per dare l’opportunità agli esterni di recuperare una posizione più compatta per difendere la porta e cercare di riconquistare la sfera.

Stretching
L’attacco stretching si realizza attraverso un maggiore scaglionamento verticale della squadra in possesso. Abbiamo visto, negli ultimi anni, come un trend in fase di possesso sia quello di portare numerosi giocatori sulla linea di attacco. Recentemente, una delle squadre che ha usato con successo questo tipo di idea è stato il Chelsea di Antonio Conte, che nella scorsa stagione ha di fatto impiegato sempre questo tipo di idea, portando gli esterni del suo 3-4-3 in linea con i tre attaccanti in fase offensiva, andando a formare un fronte offensivo di cinque uomini. Agire con tanti giocatori sulla linea di attacco (almeno 4 per realizzare questa strategia), significa allungare (da qui il nome della filosofia) il nostro undici in maniera conclamata, liberando inizialmente molti spazi tra i giocatori deputati alla costruzione del gioco e quelli per la ricezione di tale costruzione. Effettuare questo tipo di attacco sostanzialmente forza la squadra avversaria a prendere chiare decisioni. O accetta la parità, a volte l’inferiorità numerica sulla linea difensiva, decidendo di rimanere con un numero elevato di uomini in pressione alta, oppure si abbassa con diversi elementi per ristabilire una superiorità numerica nella zona più vicina alla propria porta. Nel primo caso, l’opzione dell’attacco stretching è quella di giocare nella maniera più diretta possibile, cercando di servire uno dei giocatori della prima linea di attaccanti. Per questo, quindi, è molto importante studiare bene lo scaglionamento in senso orizzontale delle due linee di calciatori deputati alla costruzione del gioco. Il loro posizionamento, infatti, deve garantire sia la possibilità di sviluppare calcio con una costruzione difesa-centrocampo-attacco oppure con una diretta difesa-attacco. Nel secondo caso, se la squadra avversaria fa retrocedere più elementi per garantirsi la superiorità numerica contro la nostra prima linea, sarà molto più indicato andare a giocare con sviluppi molto più collegati alla costruzione bassa. Per massimizzare questo tipo di attacco si devono avere a disposizione giocatori offensivi centrali (coppia di punte o tridenti di attaccanti e trequartisti), che abbiano la capacità di giocare collegati e che sappiano “combinare” nello stretto. I due esterni stretching devono essere giocatori dalle elevate capacità atletiche perché spesso il sistema di gioco richiede loro il compito di rientri nella linea di metà campo o addirittura di difesa, sia in caso di fase non possesso organizzata sia, soprattutto, di transizione negativa. Questa filosofia è probabilmente indicata contro squadre che intendono una fase difensiva molto orientata sull’uomo piuttosto che sulla zona e il rispetto di spazi all’interno e tra diversi reparti. Se gli avversari seguono i movimenti dei nostri calciatori, infatti, si libereranno zone per effettuare le giocate. Effettuando numerosi movimenti in verticale con giocatori di linee più basse per formare un attacco di 4 o 5 giocatori, inoltre, la nostra squadra “stancherà” di fatto la coppia di giocatori offensivi avversari orientati a uomo, creando la possibilità per errori o mancate coperture durante la partita.

Overloading
L’attacco overloading si differenzia completamente dai due precedenti perché, invece che “liberare” alcuni spazi, come concetto principale usa quello di occupare alcuni settori, specificatamente quelli vicino alla palla, con il maggiore numero di giocatori possibili. Questa filosofia adotta la ricerca della superiorità numerica in zona palla, un concetto normalmente sfruttato per la fase difensiva. Quando la sfera si trova su una delle due fasce, l’undici in possesso posiziona i suoi uomini in modo tale da avere la catena laterale e i giocatori della catena centrale in zona palla, a distanza di un passaggio rasoterra per creare una superiorità numerica vicino alla sfera e avere sempre una soluzione di giocata. Oltre a questi elementi poi, i calciatori della catena debole si spostano verso la palla, quelli sotto la linea della palla per effettuare le coperture preventive, mentre quelli “sopra” per garantire la possibilità di un’imbucata centrale o di effettuare un ulteriore taglio e garantire una maggiore superiorità numerica. Nel nostro campionato, il Napoli di Maurizio Sarri è un chiaro esempio di questo tipo di attacco overloading, con trame fatte di passaggi corti (tutte le opzioni di gioco sono vicine al possessore) e giocatori sul lato debole molto abili a tagliare centralmente alle spalle della difesa avversaria (si pensi ai movimenti di Insigne e Callejon quando la palla si trova sulla fascia opposta). Questa filosofia necessita di giocatori molto bravi nel “gioco corto”, sia in fase di costruzione sia di sviluppo, di pochi lanci lunghi e di giochi di catena continui, con il cambio campo che viene effettuato, quando serve, sempre e solo in maniera ragionata e mai diretta. Tale modalità di attacco poi, portando giocatori tutti vicini al lato palla, è ideale se si vuole attuare una transizione negativa molto aggressiva, con la ricerca sistematica della riconquista del pallone una volta perso. Il posizionamento del lato debole che chiude il campo, permette inoltre ai giocatori di effettuare
coperture preventive naturali. La soluzione in oggetto può essere scelta indifferentemente contro ogni tipo di difesa (reparto, uomo nella zona, “quasi a uomo”), ma la sua realizzazione è altamente condizionata dalla qualità degli interpreti nella manovra sul breve e dalla loro capacità di arrivare con fitte trame di passaggio vicini alla porta. È un attacco che naturalmente non porta numerosi giocatori nell’area avversaria (come ad esempio nella stretching), o che crea enormi spazi per inserimenti, quindi la possibilità di arrivare con un gioco diretto e veloce alla porta avversaria è meno probabile del solito.

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