Quante volte un nostro giocatore si è trovato di fronte all’estremo difensore e gli ha tirato addosso o fuori? Ecco una serie di considerazioni per spiegare e allenare al meglio questa situazione ricorrente in gara.
L’uno contro il portiere è una situazione troppo spesso trascurata a livello di settore giovanile, sia nelle fasce agonistiche sia nell’attività di base. E talvolta pure con gli adulti. Spesso e volentieri, infatti, l’attaccante opera delle scelte poco produttive, illogiche per certi versi, che vanificano la possibilità di segnare una rete, anche se in una situazione di netto vantaggio. Volete qualche esempio? Pensate a un pallonetto quando il portiere, magari molto dotato fisicamente, rimane in piedi. Oppure una conclusione rasoterra quando l’estremo difensore si è già tuffato proprio da quel lato. O ancora, situazione forse peggiore, a un tiro casuale, sì forte, ma non indirizzato volutamente in una zona precisa della porta. In alcuni casi l’emotività del momento può provocare errori “imperdonabili”, ma – in particolare nel settore giovanile – di frequente manca proprio l’analisi della situazione.
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