Adesso facciamo un gioco. Mettiamo a confronto le conferenze stampa di Rino Gattuso e Luciano Spalletti. Partiamo dalla lunghezza: superano abbondantemente i 30’. Anche i 40’. Anzi, Spalletti è arrivato anche a 54’. Credetemi, non scherzo, ho colleghi che oltre a inviare l’integrale alle tivù nazionali, devono produrre un estratto di 3’, per chi lo richiede. Per inciso, Allegri raramente arriva a 10’, ma qui la Juve fa scuola. Dai tempi di Conte.
Fingiamo che la durata possa anche starci bene. Passiamo, quindi, ai contenuti. Gattuso, uomo di grande intelligenza, dotato di grande senso pratico, preferisce parlare in positivo dell’ambiente. Non fa polemiche, quando gli si domanda del rinnovo che è stato promesso, ma non ancora concesso, sorride: “Io aspetto fino al 31 agosto, sono stato cinque anni lontano di qui e qui voglio rimanere”. Spalletti no, puntualizza e polemizza con giornalisti e dirigenti, l’idillio con l’ambiente è durato finché si è vinto, poi l’allenatore di Certaldo è tornato a dividere, come ha fatto lo scorso anno a Roma. Ha parlato di spifferi di spogliatoio e di scrivania. Facendo un favore alla stampa e rendendo un pessimo servizio alla società che lo paga.
Rino, quando parla dei suoi ragazzi predica sudore e fatica, dice che Kessie è un animale, “E’ più forte di me” e che Cutrone deve trovarsi una fidanzata, con la quale stare in casa e fare l’amore. Ovviamente, dopo essersi allenato e aver dato tutto sul campo. Facile, comprensibile. Comprensibile a tutti. Parole che fanno sorridere e sviano le polemiche, anche quando le cose non vanno benissimo.
Spalletti, no. Dice che gli interisti vengono da Marte e giocano sulla terra, dove le buscano dal Genoa. Che l’ambiente è depresso. Parla di Totti e di Di Francesco, quando l’ideale sarebbe lasciar cadere la cosa, perché a Milano delle beghe romane dello scorso anno non interessa a nessuno.
Fine del gioco. Con una domanda. Voi con chi state? Con Rino o Luciano?