Dopo la vittoria 2-0 sulla Roma è ufficiale: il Milan, da qui alla fine della stagione, sarà un pessimo cliente per tutti. Una squadra da affrontare con le dovute cautele: solida in difesa, pronta a fare male in attacco. E il merito è di una persona, Rino Gattuso. Allenatore, che fino a tre mesi fa non aveva fatto nulla di così eccezionale da meritarsi la panchina di una grande squadra. Ma ex calciatore di grande livello e uomo di grande intelligenza.
Gattuso, prima ancora di dare un gioco alla squadra, si è impossessato della testa dei giocatori. Li ha convinti che non era quella la posizione che avrebbero dovuto occupare in classifica, che nel Dna del Milan c’è la vittoria, non il vivacchiare. Gattuso, soprattutto, ha fatto intendere a tutti che senza fatica e orgoglio non si va da nessuno parte. Che in paradiso non ci vanno solo i belli, ma anche i brutti che si impegnano, che danno tutto. Che lottano. E che grazie a tutto questo vincono.
Gattuso, così pretende la legge dei diritti tv deve parlare due volte a settimana, prima e dopo le partite, regala conferenze stampa e interviste esilaranti, per praticità e semplicità. Rino, ne siamo convinti, di questa squadra non si sente solo l’allenatore, ma anche un giocatore che momentaneamente deve stare a guardare. E, vista la situazione, è costretto a incitare i suoi “compagni” a dare tutto in allenamento.