Una giornata in meno. Due punti in più di vantaggio sul Napoli. Tra le prime dieci della classifica la Juventus è l’unica a segnare, perché le altre non riescono neppure a mettere a segno una rete striminzita. Che dire ancora. Miglior attacco, miglior difesa, logica la miglior differenza reti.
Dove finisca la scudetto non è difficile prevederlo. Ancora una volta una trentina di minuti sornioni, senza particolari scossoni. Poi si infortuna Pjanic, entra Douglas Costa che non sembrava dover essere impiegato e il brasiliano regala tre prodigi che stendono la Sampdoria. E spingono il Napoli (infrantosi su Donnarumma) a -6. Sei giornate alla fine, sei punti da recuperare, il gioco che non fluisce più come prima. Il Napoli non gioca più il calcio più bello, gioca semplicemente un bel calcio.
La lotta Champions sembra privilegiare ancora Roma e Lazio. Dell’Inter, invece, ci vien da dire: perché la squalifica di Brozovic ha porato al cambio di modulo? Perché la difesa a tre? Evidente, invece, che a fine anno il fosforo di Borja Valero dovrà essere sostituito da chi avrà più mobilità.
La lotta retrocessione ci regala un Benevento orgoglioso, un Verona impalpabile e indecifrabile. Ottima la Spal, alla quale Semplici ha dato un’identità. Il Crotone nelle prossime sei partite dovrà affrontare: Juventus, Napoli e Lazio; c’è chi è più fortunato.