La seconda impresa non riesce e la Roma esce a testa alta. Che all’Olimpico potesse finire 3-0 o 4-1 erano in pochi a crederlo, anche perché la superiorità del Liverpool nella gara di andata era parsa evidente.
Così abbiamo finto per una settimana di credere che l’impossibile (o quasi) si potesse verificare, ma la squadra di Klopp ci ha impiegato 9’ a mettere le cose in chiaro.
Alla Roma va il merito di avere vinto 4-2, di aver dato tutto e di aver convinto fino in fondo il proprio pubblico di essere un’ottima squadra. Di Francesco, più in Europa che in Italia, ha visto la squadra dei sogni: 3-3 (con rammarico) contro il Chelsea poi battuto 3-0, 3-0 al Barcellona e questa serata nella quale la Roma ha giocato e creato occasioni.
Il nostro calcio abbandona la Champions con una certezza: sia la Juventus sia la Roma hanno reso onore alla Serie A, il divario tra le nostre migliori e le migliori d’Europa non è così esagerato. Una cosa: la Champions premia ancora una volta chi segna e non chi si difende, in Europa, poi, la tattica non è vitale come in Serie A.
In Champions i campioni prendono per mano le loro squadre, i calciatori migliori vincono i duelli e creano superiorità numerica. La Champions dimostra che non c’è una medicina per fermare Ronaldo, Messi, Suarez, Neymar, Salah, Dzeko, Higuain, Benzema….
Poi dovremmo parlare degli arbitri, ma sono un male comune. Da un paio d’anni ne sa qualcosa il Bayern Monaco.