Life Skills: per un calcio diverso

Life Skills: per un calcio diverso

Cosa sono le competenze per la vita e in quale modo sollecitarle al meglio nei giovani calciatori. I comportamenti che deve tenere l’allenatore e l’importanza di saper ascoltare.

Una frase che a tutti è capitato di sentire più volte è che lo sport faccia bene. Personalmente riteniamo che ciò sia quantomeno da specificare. La ricerca scientifica, a tal proposito, ha dimostrato che non tutto lo sport sia positivo per la crescita del giovane, ma solo quello praticato nel pieno rispetto delle regole, secondo i concetti di fair play ed educazione formativa. Questo concorre nel favorire uno sviluppo a 360° dell’individuo. Solo così i ragazzi possono imparare a collaborare e cooperare coi compagni, a rispettare l’avversario, le persone preposte a far osservare il regolamento, nonché a vivere positivamente la sconfitta. Sconfitta che non deve essere vista come completa bocciatura del proprio operato, ma come punto di partenza per un rinnovato miglioramento. Diversamente, se la disciplina praticata è vissuta con valori o comportamenti diseducativi, ecco che il giovane “assorbe” e fa suoi questi modi di agire.

Ai giorni nostri se ne verificano sui campi di calcio diversi che poco hanno a che fare con la natura dello sport. Anche nell’attività giovanile si notano atteggiamenti ed episodi privi di concetti educativi ed etici. Questi, che spesso portano a “vittorie” per gli allenatori (chiamiamoli così per correttezza), in realtà causano pesanti sconfitte per il calcio e lo sport in generale, che possono portare all’abbandono precoce, ad avere giovani calciatori che interpretano l’agonismo e lo sport in maniera distorta e a considerare gli arbitri non come parte integrante ed essenziale del gioco, ma come un capro espiatorio cui addossare delle colpe a prescindere. Ne consegue che molte famiglie ritengano negativa la pratica del calcio per i figli e considerino questo movimento privo di valori e ricco di aspetti altamente diseducativi. In realtà, il calcio giovanile può e deve avere un futuro diverso: questo dipende in prima battuta da chi è sul campo. Purtroppo, come in ogni cosa che riguarda l’essere umano, non basta “dire” (sarebbe troppo bello e semplice…), bisogna “fare”. Pensate a quante ramanzine sono state fatte negli spogliatoi, salvo poi non avere nessun effetto tangibile. Bisogna passare da strade diverse per far interiorizzare e comprendere bene i concetti, siano essi di natura sportiva o educativa (perché poi scinderli?).

Scopri di più sul numero di maggio: in edicola e disponibile anche attraverso abbonamento cartaceo o digitale

Articoli correlati

Figurine Panini tour, una passione “folle”

Ce l’ho, ce l’ho, mi manca! Alzi la mano chi non ha mai citato, almeno per una volta, questa frase.Il mai, non è contemplato perché grandi o piccoli che siate, le Figurine Panini sono un fenomeno che ha coinvolto tutti almeno una volta nella vita.E anche quest’anno c’è una collezione che sta andando a ruba, […]

Le minipartite

Un valido strumento per perseguire obiettivi che vanno dagli aspetti tecnici a quelli percettivi. Le variabili per modificare le finalità. Coinvolgere tutti, ridurre i tempi “morti”, aumentare il rapporto con la palla, garantire alta intensità, differenziare le proposte, incuriosire, stimolare, emozionare… Sono alcuni esempi di obiettivi primari e dall’apparenza scontata che non sempre si riescono […]

Giochi di guida e sensibilità

Squalo e pesciolini I giocatori rossi (pesciolini) devono correre nello spazio liberamente con l’obiettivo di fermarsi all’interno del cerchio posto alle spalle dell’elemento blu (squalo), che avrà il compito di prenderli per eliminarli (situazione 1). La medesima proposta può essere eseguita con il pallone (situazione 2) con vari tipi di conduzione (figura 1).