Dopo la peggior Argentina degli ultimi anni e il Portogallo che senza il miglior Cristiano Ronaldo è una squadra normale, ora salutano anche Spagna e Danimarca. Il week-end ci ha consegnato una super-Francia; un Uruguay concreto che non fa complimenti; una Russia che sfrutta al meglio le proprie armi e una Croazia che ha smarrito parte della brillantezza della fase a gironi.
Ma se l’addio dell’Argentina era quasi scontato, quello della Spagna fa rumore. La squadra ereditata da Hierro a poche ore dall’avvio del Mondiale ha giocato un tiki-taka stucchevole contro una Russia che ha badato solo a difendersi. Ma, se Cherchesov ha fatto con il poco che aveva, la Spagna si è affidata a un possesso palla del tutto improduttivo. Subito in vantaggio gli spagnoli, anziché cercare il 2-0 hanno tenuto palla senza creare una palla-gol e quando gli dei del calcio hanno fatto sbattere un colpo di testa sul braccio alzato di Pique, sono iniziati i dolori.
Perché la Spagna non ha cambiato passo, ha proseguito a giocare a due all’ora con passaggi che non hanno mai creato problemi alla difesa schierata a protezione dell’area di rigore. Nella ripresa abbiamo annotato un’unica azione (tiro di Iniesta), mentre nei supplementari, gli spagnoli sono parsi un po’ più intraprendenti solo perché in campo c’erano calciatori esausti e si è finito per giocare più vicino alla porta russa.
Ma non devo certo dirlo io al “popolo” de “Il Nuovo Calcio” che la palla deve girare velocemente, che le punte devono muoversi e non essere statiche. Che il Barcellona fa tiki-taka con triangoli nei pressi dell’area, non quello che abbiamo visto. Concetti elementari, che Hierro avrà detto ai suoi, ma che non sono stati messi in pratica. Il Mondiale saluta così una tra le favorite della vigilia. Ma un conto sono i pronostici e un altro è il campo. Che dà sempre ragione a chi merita di più. Perché difendersi per 120’ senza fare errori, piaccia o no, è pure questo un merito!