Uno studio sulla capacità di ripetere sprint nel mondo del calcio femminile. La ricerca scientifica conferma l’importanza di allenare in modo corretto questa capacità con le donne.
Il calcio femminile è un movimento che sta crescendo sempre più in termine di numeri e attenzione del pubblico e dei media in generale. Uno studio della UEFA (2017) ha evidenziato un incremento del 34% dal 2000 ad oggi del numero delle giocatrici, con 6 paesi (Inghilterra, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia) che hanno più di 100.000 atlete.
Anche a livello di formazione qualificata c’è stato un aumento del quantitativo degli allenatori (da 17.553 nel 2016 a 19.474 nel 2017) e di arbitri (da 7.505 del 2013 a 12.785 del 2017). Per questi motivi, la comunità delle scienze dello sport si è sempre più interessata a su questo settore con studi che hanno esaminato le caratteristiche fisiche e le risposte delle prestazioni delle donne durante il match per tradurre questi dati in specifici protocolli di allenamento (Bradley & Vescovi, 2015; McCormack et al., 2015) e cercare di ridurre la grande disparità nel volume di ricerche che coinvolgono giocatori di sesso maschile. Considerando che l’abilità di ripetere sprint (RSA) è la capacità di migliorare la prestazione media su una serie di sprint (±10”) separati da fasi di recupero brevi (±60”) e, quindi, correlata sia al sistema neuromuscolare sia a quello metabolico, lo scopo dell’articolo è stato quello di analizzare le prestazioni di giocatrici di calcio femminile in un test sull’abilità di ripetere sprint. Infatti, numerosi studi (Abrantes et al., 2004; Bishop et al., 2011; Da Silva et al., 2010; Gabbett et al., 2010) hanno considerato la RSA uno degli indicatori più importanti nel discriminare i giocatori d’élite da giocatori sub-elite.
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