Ricordo, quando nei primi Anni ’90 mi occupavo del Pavia Calcio, di aver attaccato duramente l’allenatore di allora per l’esclusione di un giocatore reduce da tre ottime partite. Un’esclusione immotivata, senza senso… Picchiai duro, forse esagerando un po’, lo feci perché quella panchina andava motivata, non a me. Ai tifosi. In settimana mi arrivò una telefonata: “Hai esagerato, non dovevi; il ragazzo ha fatto due volte le 4 del mattino…”. Ringraziai per la telefonata, ma in maniera ferma risposi: “Fate una conferenza stampa, non una telefonata… quello che si dice in privato non può essere reso pubblico…”
Cosa voglio dire? Che Gattuso, spiace scriverlo, escludendo Riccardo Montolivo dalla partita con la Fiorentina, ha commesso un errore gravissimo. E, visto che “la sfiga ci vede benissimo”, la sconfitta del Milan ha amplificato più del dovuto l’esclusione dell’ex capitano.
Se si vuole giocare 4-3-3 il regista titolare è Lucas Biglia, ma quando Biglia è infortunato il sostituto naturale è Riccardo Montolivo. Non Hakan Çalhanoğlu, come successo in passato. Non Josè Mauri, come si è visto a San Siro contro la Fiorentina. Se, invece l’allenatore opta per il 4-4-2 o per il 4-2-3-1, Bakayoko e Kessie sono scelte plausibili…
Tutto questo per dire che fino a quando qualcuno non fornirà una motivazione differente dalla “scelta tecnica”, l’allenatore è il primo responsabile. E, giustamente ne paga le conseguenze davanti ai tifosi e alla stampa. Per questo è bene che il Milan faccia presto chiarezza e risponda alla domanda: perché Montolivo non gioca?