E’ stata, forse, la partita più bella giocata dalla Juventus di Allegri. Il 3-0 inferto all’Atletico Madrid non solo è un risultato straordinario, ma straordinario è pure come è maturato. Intensità, concentrazione e tecnica, non è mancato nulla. Cristiano Ronaldo è stato semplicemente disumano: i due colpi di testa delle prime due reti rimarranno scolpiti per sempre nelle menti dei tifosi, mentre la freddezza con la quale ha calciato il rigore a una manciata di minuti dalla fine è stata esemplare.
Strepitosa anche la partita di Bernardeschi, che nel 3-5-2 non ha fatto l’esterno, ma l’interno di centrocampo con licenza di accentrarsi e muoversi a piacimento, trasformandosi in trequartista. Per Emre Can, invece, non esistono aggettivi: lui centrocampista centrale, ha fatto il terzo nella difesa a tre e a 20’ dalla fine si è trasformato in esterno della linea a quattro. Il tutto con qualità e intensità, come se giocasse per due.
Questa volta Allegri ha “incartato” Simeone, gli spagnoli non si sono mai visti, non hanno creato nulla e, errore concettuale, spesso hanno buttato palla alta e lunga, senza una prima punta che potesse contenderla a Chiellini e Bonucci. La vittoria contro l’Atletico è un ponte non verso i quarti di finale, ma verso la conquista di qualcosa di più grande. Perché la Juventus, dopo la prova dell’andata, era prossima all’eliminazione. Ora, invece, sognare è lecito.