L’importanza della decision making e del sistema propriocettivo nel nostro sport. Quali componenti visive entrano in gioco nelle diverse situazioni di gara e la recente teoria dell’occhio calmo.
Per diventare bravi in qualsiasi sport si dice siano necessarie 10.000 ore di pratica. I migliori atleti del mondo dedicano anni e anni di lavoro per essere pronti quando il momento è decisivo. Se pensiamo, poi, al calciatore, una delle competenze più importanti e apprezzate sembrerebbe proprio la capacità in campo di prendere le decisioni giuste al momento giusto.
Per quanto l’allenatore possa essere bravo o meticoloso nel preparare tatticamente la fase offensiva e quella difensiva, il calcio resta una di quelle discipline nelle quali la discrezionalità degli atleti e l’iniziativa personale hanno un ruolo rilevante. Per questo è definito come uno “sport di situazione”, cioè uno sport in cui in ogni istante le condizioni tattiche variano sulla base della posizione del giocatore, della palla, dei compagni e degli avversari. E spesso anche gli stati d’animo e le emozioni del momento hanno un ruolo determinante nello svilupparsi dell’azione. Il calciatore, basandosi sull’istinto, sull’esperienza, sulla fiducia nei propri mezzi e sulla sua capacità di scelta, più e più volte durante una gara, adotta l’azione motoria che gli sembra migliore per risolvere il problema tattico che gli si presenta.
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