Alcune riflessioni per analizzare le motivazioni per cui è opportuno lavorare sulle situazioni di gioco anche coi bambini più piccoli. Le proposte pratiche.
Quando si allenano i bambini più piccoli dell’attività di base il dubbio di diversi allenatori è quello di inserire nella propria programmazione le si- tuazioni semplici di 2>1 e 2>2, in quanto si rischia di sfociare in esercizi di “tatticismo” troppo difficili per queste età. Il pericolo nel quale si può incorrere è che la libertà del bambino, che si esprime nella fantasia di una finta e di un dribbling nell’1>1, venga limitata quando sono presenti altri compagni. Il dubbio è proprio questo: un eventuale lavoro sulle situazioni semplici può essere un modo per far esprimere la creatività dei bambini oppure no? E soprattutto, se la risposta è positiva, perché potrebbe essere utile agire in tale direzione? Proveremo a rispondere a queste domande spiegando alcuni aspetti favorevoli di queste esercitazioni, che ci permettono di riflettere sul tipo di intervento da attuare coi Piccoli Amici e i Primi Calci.
Perché sono utili
Per un’analisi ad ampio spettro sul tema, bisogna prendere in considerazione i vari aspetti che possono essere coinvolti: psicologici, regolamentari e tecnico-tattici. Durante questo periodo di crescita, dai 6 ai 12 anni, i bambini iniziano a sviluppare un pensiero più logico e maturo. La capacità logica, infatti, progredisce grazie allo sviluppo di nuove operazioni mentali: il bambino è ancora legato a esperienze specifiche, ma è in grado di compiere manipolazioni mentali e fisiche.
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