Dopo 11 giornate si può iniziare a parlare di “lotta-scudetto”. E le partite viste ieri, hanno confermato quanto stia bene la Roma (battuto il Napoli), quanto l’Inter abbia assorbito la mentalità di Conte (vittoria sul Bologna) e quanto la Juve (successo sul Toro) sia in grado di vincere anche senza fare ricorso al metodo Sarri, cioè al bel gioco.
A fare impressione è la Roma che in sei giorni ha conquistato nove punti: Fonseca, malgrado il numero di infortunati (tutti in un reparto), gioca un ottimo calcio, crea occasioni e mette costantemente in difficoltà gli avversari. Certamente, la spinta a offendere, se aggrediti, crea pure qualche problema alla difesa e al centrocampo, ma il calcio di oggi dovrebbe essere così: più attacco e possesso palla, meno attenzione agli equilibri difensivi.
Sembra un insulto, ma se si vuole attirare spettatori allo stadio e pubblico davanti alle tivù la via è questa. Può essere che a qualcuno non stia bene, ma il calcio di vertice si sta sempre più allontanando da quello delle altre categorie: la B prova a inseguire, alcune partite sono belle, mentre le altre proseguono nel loro solco.
Se la Roma è bella, meno lo è il Napoli: Ancelotti ha parecchia scelta nel fare la formazione, ma non sempre ottiene ciò che vorrebbe e, soprattutto, è difficile capire quale sia la sua filosofia in questa stagione. Immaginiamo che a microfoni spenti possa esprimere ragioni diverse da quelle delle interviste ufficiali, ma il campo non sembra assolvere la sua squadra.
Se l’Inter gioca come una squadra di Conte, diverso è il discorso in casa Juve. Sarri riconosce che la squadra non gioca come vorrebbe, ma poi va fiero di come questa Juve riesca ugualmente a fare risultato, giocando non al meglio. Di giocatori Sarri ne ha parecchi e non può (al momento) dimenticare nessuno, ma in campo si va in 11 più tre cambi (se si effettuano).
Dopo 11 giornate, non ci si può più nascondere: Juventus, Inter e Roma lo stanno dimostrando. Manca il Napoli, a -11 dalla prima.