Sono stato in dubbio fino all’ultimo. Parlo del titolo. Ero indeciso tra “Un anno complicato” e quello scelto alla fine. In realtà, entrambi i concetti racchiusi in queste parole rappresentano bene ciò che desidero scrivere, anzi coniugano le riflessioni di questo editoriale. Il 2020 è ed è stato davvero difficile per le vicende sanitarie che hanno influenzato, o meglio modificato, la nostra vita. Sociale e sportiva. Da dilettanti o professionisti. E, per forza di cose, volenti o nolenti, è stato necessario adattarci a un mondo diverso.
L’abbiamo fatto come rivista, ad esempio, organizzando i Master in un format inedito, quello digitale. Ed è stato un successo.
L’abbiamo fatto cercando opportunità sempre nuove per fornire un prodotto unico, con articoli “esclusivi”, che hanno coinvolto allenatori, più o meno famosi, sicuramente competenti, come in questo numero. Proporvi il “sapere” di Vincenzo Italiano e del suo staff è qualcosa di particolare, non da tutti; avere uno scritto di Gaetano Fontana, tecnico Uefa Pro con diverse esperienze nei professionisti, su come attaccare una squadra chiusa, pure. E lo stesso vale per l’intervista ad Alessandro Spugna, mister dell’Empoli Femminile. O per le considerazioni sull’Italia di Mancini da parte di chi per 25 anni è stato fianco a fianco, o meglio a bordocampo, coi migliori allenatori di Serie A, la voce di SkySport, Marco Nosotti.
Ogni mese, anche in questo “anno complicato”, abbiamo cercato di dare qualcosa di accattivante, di nuovo, che potesse arricchire voi lettori. Per migliorare a volte basta una frase, un pensiero, un’intuizione che vi apra una strada nuova.
Una strada nuova, appunto “una bella rivoluzione”, è stata quella che ha coinvolto la nostra casa editrice. Ho voluto mettermi in gioco, in prima persona, in questo momento difficile insieme ad altri 6 soci acquisendo le quote dell’Editoriale Sport Italia. L’avrete sicuramente letto sui social (basta comunque voltare questa pagina per scoprire quanto accaduto).
Infatti, gli storici proprietari e fondatori, Marco Sbernadori e Antonio Brazzit, che ringrazio di cuore per quanto fatto e quanto mi hanno permesso di fare, hanno passato la mano. Sono stati “in sella” per quasi 40 anni, è del marzo 1981 la nascita di Correre, mentre di febbraio 1991, quella de Il Nuovo Calcio. Adesso tocca a noi!
Il nostro obiettivo? Proseguire sulla strada tracciata (che ha visto generazioni di allenatori crescere e formarsi insieme a noi), migliorando ancora il prodotto, arricchendolo e portandolo sempre più nell’universo digitale. Come? Con idee, competenza e professionalità. Quella è garantita. E posso anticiparvi che per il “compleanno” della nostra rivista vi sarà qualcosa di inedito e unico. Non tralasciando quanto di buono fatto e che ha avuto un importante successo: parlo dei libri, Indispensabili e Tattici. A fine mese infatti è in uscita il testo di Alberto Nabiuzzi sui calci piazzati. E per il 2021 ci sono in programmazione altri interessantissimi volumi.