Quello del match analyst è un “mestiere” in forte ascesa e che richiede COMPETENZE TRASVERSALI. Per questo motivo, abbiamo pensato ad alcuni articoli curati da un professionista come Filippo Lorenzon, che presenteranno i compiti e le conoscenze indispensabili del ruolo, oltre ad analizzare l’organizzazione tattica dei club europei e italiani più importanti.
Quando ho iniziato a progettare questa rubrica, ho pensato a numerosi argomenti da trattare; la match analysis, infatti, è una materia piuttosto vasta, chi pratica questa professione necessita di una formazione su più aspetti. Il match analyst (nell’articolo lo chiameremo MA), per come lo intendo, è un professionista, oltre che stretto collaboratore dell’allenatore, che ha competenze tecnicotattiche relative al calcio, ma che deve possederne di informatiche in quanto si avvale di strumenti tecnologici nello svolgere il suo “incarico”. Ovviamente deve avere maggior padronanza dei software specifici del proprio lavoro, ma pure, ad esempio, saper leggere dei fogli di lavoro e in particolare quelli che contemplano i vari report relativi a un evento-gara per fornire un’analisi quantitativa grazie alla lettura e all’interpretazione delle statistiche.
Non facciamo confusione
In bibliografia si trovano molti termini riconducibili alla figura del MA che spesso vengono utilizzati come sinonimi per indicare la professione stessa; ecco che allora è comune sentir parlare ad esempio di data analyst e di performance analyst, senza distinguere il fatto che il primo è specializzato nello studio dei dati statistici relativi all’oggetto e al processo di rielaborazione degli stessi, mentre il secondo si occupa maggiormente della misurazione di alcuni parametri (tecnici e fisici) di prestazione per favorire successivamente il processo decisionale o in altri contesti dello studio degli aspetti fisici legati alla prestazione. Il MA, in realtà, è colui che si occupa dell’analisi oggettiva di ciò che accade in campo, svolgendo il suo lavoro di osservazione principalmente attraverso le immagini video (siano queste di partite oppure di sessioni di allenamento) e che si avvale, nel suo studio, di dati e report relativi alle prestazioni tecnico-tattiche.
Il match analyst in Italia è una figura riconosciuta ufficialmente, in quanto da luglio 2016 la FIGC, tramite comunicato stampa, ha inserito questa figura nei quadri tecnici. Nel nostro paese siamo un po’ dei precursori per quel che riguarda il riconoscimento del ruolo, nonostante magari questa professione sia nata dopo rispetto ad altri sport o nazioni. Si può dunque affermare che il match analyst in Italia è a tutti gli effetti un componente dello staff tecnico. Al di là di questo, il MA per operare al meglio deve comunque vivere le dinamiche quotidiane della squadra, essere a contatto diretto con l’allenatore, il resto dello staff e i giocatori, per essere più immediato e diretto nei suoi interventi, per offrire un supporto continuo al team, ma anche, e soprattutto, per comprendere le dinamiche di preparazione della gara. Così sarà più consapevole e “indirizzato” quando preparerà le proprie analisi.
Nota: Questo testo rappresenta un abstract del servizio “Professione match analyst”, di Filippo Lorenzon, pubblicato su Il Nuovo Calcio n. 335, gennaio 2021, alle pagine 40-43.
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