La psicocinetica negli anni Novanta
Piero Frosio era un innovatore. Con lui ho lavorato per 5 splendidi anni tra Monza, Atalanta e Ravenna. Mi ha accolto nel suo staff in Brianza quando ero un giovane (e poco esperto) preparatore. Da allora è nato un legame unico, che abbiamo portato avanti con il tempo. Il figlio Alex ha iniziato il mestiere di giornalista a Il Nuovo Calcio, mio figlio Filippo è stato tenuto a battesimo proprio da Piero. Tanti sono i ricordi e le esperienze vissute. Sicuramente era “avanti”, come lo dimostra l’articolo che ha scritto agli inizi degli anni Novanta sul “numero 2” della rivista. Era sulla… psicocinetica. Trent’anni fa… psicocinetica. Ve lo riproponiamo in forma integrale. Ciao Piero!
Ferretto Ferretti
Chi era
Pierluigi “Piero” Frosio nasce a Monza il 20 settembre 1948. Dopo gli inizi giovanili nelle squadre locali, fa il suo esordio in D con la Pro Sesto, quindi passa a Legnano, Rovereto e Cesena, quest’ultima prima in Serie B e poi in A. Nel 1974 si trasferisce a Perugia dove resta per 10 anni. Storica la promozione nella massima serie e ancor più il secondo posto (prima squadra a chiudere il campionato senza sconfitte) del 1978-79 con la partecipazione alla Coppa UEFA l’anno successivo. Castagner l’allenatore, Frosio il capitano, nel ruolo di libero. Chiude la carriera a Rimini, con Arrigo Sacchi come tecnico. In panchina comincia proprio nelle giovanili del Perugia, poi arrivano le esperienze di Monza, Atalanta, Como, Modena (2 volte), Ravenna, Novara. Ritorna nel suo Monza nel 1998 per 2 stagioni, quindi si trasferisce a Padova (2 anni), ad Ancona per terminare la sua storia in panchina a Lecco. Prima di dedicarsi alla formazione dei giovani. Una carriera, la sua, che non ha raggiunto il prestigio che la competenza e la signorilità di Piero meritavano.
Allenatevi pensando
L’uso della psicocinetica ovvero il movimento ragionato può essere inserito in qualsiasi tipo di allenamento: atletico, tecnico, tattico.
Leggere l’articolo di mister Piero Frosio, scritto nel marzo del 1991, e considerarlo ancora condivisibile, attuale e praticabile non è certo cosa di poco conto. Ci deve far riflettere sul fatto che, in fin dei conti, i concetti base sono “immortali”, mentre le metodologie e i mezzi per riuscire ad applicarli sono in costante e continua evoluzione. La psicocinetica e le sue esercitazioni vanno, quindi, ad allenare la capacità dell’atleta di effettuare o modificare, nel più breve tempo possibile, un comportamento o un movimento in base a stimoli esterni (generalmente visivi o sonori) che si presentano. Il calcio è un gioco dove nulla è stabilito: la sua caratteristica principale è l’imprevedibilità e si ha la necessità di avere calciatori non solo fisicamente, tecnicamente e tatticamente dotati, ma anche con un’elevata velocità mentale che possa permettere di rispondere in maniera corretta ed efficace agli stimoli di natura diversa che le partite offrono.
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