Gli aspetti importanti per formare un gruppo tatticamente affiatato che sappia gestire, cambiando anche faccia, le diverse gare della stagione. Idee e progressioni di lavoro per la fase di possesso e quella di non possesso.
Conoscere le caratteristiche dei calciatori e la loro “storia”: si parte da questi due aspetti per formare una nuova squadra in precampionato. Il sistema di gioco? Dipende dalle abilità dei giocatori e da come queste si combinano tra loro. Personalmente, amando un calcio propositivo, prediligo – in linea di massima – il 4-3-3. Infatti, è quello che offre, a mio avviso, maggiori garanzie nelle due fasi di gioco, con la possibilità di varianti importanti (4-2-3-1, girando il vertice di centrocampo e inserendo il trequartista). Anticipati questi due concetti, vediamo come si può cercare di organizzare la propria squadra in preparazione e quali attenzioni avere per la fase di possesso e in quella difensiva.
Squadra nuova o “vecchia”?
Nel primo caso, bisogna lavorare per capire le peculiarità dei calciatori e le loro interazioni: è successo anche a me di trovarmi in tale situazione e ho tentato, come prima cosa, di mettere i giocatori nelle condizioni ideali per esprimersi.
Sono loro al centro di tutto il progetto. Quando ho lavorato nei dilettanti, a Mapello e Cologno al Serio, ad esempio, avevo difensori con esperienze da “marcatori a uomo” e allora ho scelto un 3-4-3 o un 3-5-2. La difesa a tre esaltava le loro doti e dava sicurezza alla squadra. Alla Tritium (dove mister Vecchi ha vinto due campionati consecutivi portato l’undici di Trezzo d’Adda dalla serie D all’allora C1, ndr), al contrario, avevo ereditato (da Devis Mangia, ndr) una squadra che aveva nel dna un certo tipo di calcio, fatto di gioco palla a terra, di organizzazione e ho continuato su questa linea, adottando il 4-3-3 o il 4-2-3-1, che – come avrete capito – sono i sistemi che preferisco. In pratica, era importante cercare di dare continuità e inserire pian piano i concetti di gioco che si prediligono.
Quali sono i miei? Un’organizzazione difensiva dove tutti sanno come comportarsi e una fase offensiva dinamica, fatta di inserimenti e movimento senza palla. Ho sempre amato squadre che non attendono, ma aggrediscono. Squadre che cercano di imporre il proprio gioco. Nel caso di un undici già allenato la stagione precedente, invece, contano i particolari e i giocatori che possono arrivare per modificare o arricchire l’organico. Anche con questi è indispensabile una valutazione dei loro trascorsi e di quanto conoscono: non tutti gli allenatori difendono allo stesso modo. Pertanto, può essere necessario abituare alcuni elementi a nuovi movimenti. Cosa che può diventare difficile nel caso di giocatori d’esperienza, che magari hanno meccanizzato qualcosa di differente. E lo stesso vale per gli attaccanti.
Cosa fare? Capire qual è il punto di contatto tra le loro qualità e i tuoi princìpi di gioco.
I primi giorni
Gradualità: questo è il termine chiave. Evitate i doppi allenamenti almeno in avvio di preparazione, meglio una ripresa soft sugli aspetti di tecnica individuale. Una ripresa utile a trovare la confidenza con la palla, il terreno, i compagni. Quindi, è consigliabile intervenire sulla tecnica di base, anche perché nel corso della stagione, quando le sedute saranno a regime, sarà difficile da sviluppare. Quindi, spazio a proposte a coppie, terne, dentro e fuori dai quadrati, in spazi stretti, pure con mini-partite senza troppi vincoli. Molto dinamiche comunque.
Passate le prime giornate, amo utilizzare il lavoro a gruppi, con una parte della squadra (per lo più in base ai reparti) che si prepara dal punto di vista fisico e un’altra che lavora direttamente con me. Una soluzione che reputo ottimale in particolar modo per chi ha una sola seduta al giorno. Coi difensori l’obiettivo principale è quello di far comprendere i movimenti della linea, per gli attaccanti e centrocampisti le combinazioni, sia in forma analitica (senza avversari in principio) sia situazionale. Come accennato, per i sistemi di gioco l’indicazione è quella di svilupparne due simili, per avere nel corso dell’anno la possibilità di cambiarli.
La fase di non possesso
Aggressione e copertura: questi i due “messaggi” che voglio far passare i primi giorni. Semplici direte, ma bisogna in ogni caso rispolverarli e non date mai nulla di scontato. Comunque, in linea di massima, desidero che i princìpi di attacco e copertura (un elemento va sulla palla e l’altro/altri lo protegge) siano compresi e applicati da tutti. Detto ciò, si passa all’analisi delle distanze che devono esserci tra i vari calciatori della linea e all’attuazione di questi concetti in base alla posizione della palla (centrale o laterale).
Il momento successivo della progressione è quello di inserire degli avversari: inizialmente i difensori ripetono i movimenti appresi per un certo numero di volte e poi il gioco diventa attivo. Di solito parto dal 2>4 per arrivare a un’inferiorità numerica per chi difende. Attenzione però: occorre decidere se essere “integralisti”, quindi chiedere in fase difensiva comportamenti unicamente in base alla palla, oppure se agire in funzione degli avversari. Nel primo caso, i sincronismi devono essere perfetti, non si può sbagliare di un “centimetro”. Nel secondo, bisogna insistere anche nei duelli uomo contro uomo. La decisione chiaramente è vostra, ma considerate sempre le caratteristiche e le abitudini degli uomini che avete in organico.
Quando l’infarinatura tattica è a buon punto, è necessario sviluppare anche i particolari, ad esempio la gestione degli 1>1 laterali/centrali, quella dei raddoppi e via dicendo. Quindi, si possono aggiungere elementi del reparto mediano, pensate al metodista del 4-3-3, lavorando però sempre in inferiorità numerica per chi difende. E gli sparring (ovvero i giocatori che attaccano la difesa) dapprima possono essere anche compagni di reparto, poi è chiaro che, per rendere tutto reale e veritiero, gli avversari devono essere attaccanti e centrocampisti.
La fase di possesso
Anche in questo caso, la mia idea parte dalla ricerca di soluzioni offensive per la conclusione a rete che si basano sui sistemi scelti. Prima in assenza di avversari (6>0), poi aggiungendoli per arrivare al classico attacco contro difesa. In pratica, il lavoro degli attaccanti e quello dei difensori deve arrivare a combinarsi in situazioni di gioco contrapposte in modo da allenare entrambi contemporaneamente. Questo per ricercare le giocate migliori nell’ultima porzione di campo. Ma non bisogna dimenticare che per quanto riguarda il possesso è necessario sviluppare anche l’inizio dell’azione oppure ricercare determinati comportamenti coi centrocampisti. Per quest’ultimi, amo usare mini-partite per reparti a campi ridotti utilizzando anche dei jolly per aiutare chi ha la palla. Al contrario, per la costruzione “dietro” incomincio da proposte senza oppositori e poi li inserisco ma lascio la superiorità a chi è in possesso (4 + il portiere contro 2-3 elementi, per capirci).
L’obiettivo finale? Arrivare a giocare dei 10>10 tattici in cui le due squadre cercano di mettere in pratica quanto “spezzettato” almeno inizialmente.
Poi ci sono i possessi palla con diverse varianti (tocchi, obiettivi, zone di campo, numero di jolly) indispensabili per migliorare la gestione della sfera, le combinazioni a 2-3 elementi, i triangoli di gioco. Che si possono alternare/combinare con le proposte più didattiche.
E mai lasciar perdere le due fasi di transizione, ormai fanno la differenza e i giocatori devono essere preparati a qualsiasi evenienza, anche secondo atteggiamenti differenti. Devono saper riconquistare subito una palla persa in zona offensiva, gestire una ripartenza avversaria in inferiorità numerica. Lo stesso vale per gli attaccanti che devono prepararsi a inserirsi negli spazi giusti o agire da supporto ai compagni per far ricominciare la manovra. Tutto quello che abbiamo visto, poi, può trovare verifica e adattamenti vari durante le amichevoli.
Prima di queste, si possono provare alcune palle inattive, senza esagerare con le soluzioni, che vanno incrementate nel corso di questo periodo, per presentarsi pronti all’inizio del campionato con diverse opzioni. In questa fase è utile anche richiedere angoli o punizioni laterali calciate in determinate zone con movimenti semplici d’attacco alla palla; successivamente, si possono aggiungere blocchi e quant’altro per diventare pericolosi. A qualsiasi livello, dilettanti compresi, le palle inattive fanno la differenza.
Per concludere, un paio di annotazioni: l’intervento correttivo da parte del mister, in qualsiasi esercitazione, è per certi versi più importante dell’esercitazione stessa. Questo è il vero mestiere dell’allenatore. Inoltre, alcuni possessi, alcune partite a temi hanno un impatto fisico importante, quindi è fondamentale valutare il proprio intervento anche da questo punto di vista, coordinandosi col preparatore. Gli infortuni in questo periodo dell’anno sono pericolosi. Detto ciò, buona preparazione a tutti!
Autore: Stefano Vecchi.