Liberiamo il talento
Il rapporto col giovane talento rappresenta la sfida più importante per un istruttore. L’approccio corretto, la capacità di stare al fianco, di accompagnare sono doti fondamentali per consentire al bambino di esprimere tutte le sue potenzialità… invece di limitarle o, peggio, reprimerle.
Tutto questo è stato ben spiegato da Isabella Gasperini nel suo blog su MasterCalcio, nel post del 10 settembre intitolato “Pulcini: la libertà di sbagliare”.
Una libertà fondamentale perché: “In questa fascia d’età il bambino inizia a servirsi dei propri pensieri e ad attuare delle scelte – spiega Isabella” E perché: “…sia l’ambiente familiare sia quello sportivo dovrebbero favorire, nel piccolo atleta, l’espressione della sua opinione ed esortarlo a prendere iniziative sul campo di calcio, così come nella quotidianità”.
Punto di equilibrio
Chi allena i giovani deve trovare il giusto equilibrio con se stesso, perché solo chi accetta i propri errori comprenderà quelli altrui, sapendo che sono il prerequisito indispensabile per la futura riuscita. Di conseguenza, il bambino ha bisogno di essere stimolato, appoggiato… comunicando con lui sempre in positivo. Ti lascio sperimentare, ti lascio sbagliare e poi ti accompagno verso la soluzione… lasciandotela trovare imparando dai tuoi errori… perché ognuno deve trovare la sua strada e non percorrere la nostra… caratterizzata dai nostri errori.
L’equilibrio, spesso, è reso però ancor più precario dalla gestione del talento in seno al gruppo, dalla difficoltà (degli adulti, n.d.a.) che deriva dal voler trattare tutti allo stesso modo, anche quando non è possibile. I bambini sono i primi a essere perfettamente consci delle proprie qualità e abilità. E non a caso se li lasciamo “fare la formazione” per la partitella di fine allenamento… scelgono i più bravi e, a volte, l’amico del cuore. E anche in questo caso, l’osservazione del comportamento dei bambini, quando lasciamo loro dei gradi di libertà, ci offre spunti importanti.
L’obiettivo, invece, dovrebbe essere quella di mettere tutti sullo stesso piano in termini di regole, attenzione e… rinforzo positivo.
Non allenate l’errore!
Non facciamo confusione. Per rinforzo positivo non s’intende un’indiscriminata approvazione di quanto viene fatto dal bambino e, nemmeno, la volontà di premiare le sue buone intenzioni. Se il giovane calciatore compie una scelta giusta lo sottolineo, ma non il “quasi gol” poiché qualunque attività e allenante e sarà registrata dalla nostra mente. E quindi non premiamo gli errori.
In sintesi, in partita sottolineiamo i risultati realmente raggiunti dai bambini, spesso grazie a un lavoro che affonda le proprie radici nei mesi precedenti, e annotiamo, per noi stessi, quanto non funziona in modo da poterci lavorare nei prossimi allenamenti.
E quindi
Lasciamo sbagliare i bambini e, tanto più, chi osa, tenta le giuste soluzioni (poiché le riconosce, n.d.a.) perché col tempo saranno loro a fare la differenza, anche se questo non succederà nel periodo in cui li accompagniamo nella loro esperienza calcistica.