Il secondo evento formativo organizzato dalla nostra rivista insieme al partner Youcoach è dedicato ai giovani. Dodici relatori si sono susseguiti in una due-giorni tutto aggiornamento. Scopriamo cosa è “successo”.
Dal “calcio del futuro” al “futuro del calcio” il passo dovrebbe essere breve. Ma sappiamo bene che non è tutto così facile. Ci siamo permessi questo gioco di parole perché il primo era il tema del Master delle Prime Squadre, analizzato da una giovane generazione di allenatori che ha tracciato la strada, segnato la rotta, verso l’evoluzione della nostra disciplina. Il secondo è stato quello dell’incontro dedicato ai settori giovanili, nel quale l’obiettivo era provare ad arricchire di competenze, emozioni, conoscenze i partecipanti in modo che potessero essere più efficaci con ragazzi e bambini.
Allenatori dei principali settori giovanili italiani, tecnici e istruttori di prestigiosi vivai europei, responsabili e coordinatori di club di grande tradizione nella formazione di talenti sono stati i protagonisti sabato 3 e domenica 4 luglio nella nostra aula virtuale: si è parlato appunto de “Il Calcio dei giovani. Didattica, pratica e metodologia in Italia e in Europa”. Sì, Europa perché hanno preso parte alla nostra iniziativa costituita da dieci webinar tecnici provenienti anche da Inghilterra e Spagna. Allargare i propri orizzonti formativi, vivere nel cambiamento e nell’evoluzione, conoscere per insegnare, insegnare per conoscere… è proprio questo il futuro che ci aspetta come allenatori/istruttori.
Come a scuola
Ormai classica apertura dei lavori a cura del nostro direttore Ferretto Ferretti e di Alberto Nabiuzzi, responsabile tecnico di Youcoach, che ha condotto con maestria l’intera due giorni. Il primo relatore è Michele Sbravati, responsabile del settore giovanile del Genoa dal 2007. Con lui sono diventati professionisti oltre 150 giocatori. L’inizio della sua relazione è dedicato a Mino Favini, un’icona per il calcio giovanile italiano, e a una sua frase su cui riflettere e confrontarsi (vero scopo dell’intervento di Sbravati): “Saper ascoltare è più importante che parlare”. Uno dei concetti fondanti del pensiero del responsabile genoano è che il percorso calcistico è simile a quello scolastico, con le sue tappe e i suoi momenti di crescita, che devono essere condivisi col ragazzo stesso e con la famiglia.
Si parla poi di osservazione del talento (precoce o meno), valutazione, formazione, scelta degli allenatori. Insomma, un intervento trasversale e pieno di contenuti. La palla è passata dunque a Mirko Marcolini, ingegnere biomedico e CEO di K-Sport, che ha analizzato il tema dell’utilizzo dei “GPS coi giovani”. Mirko, nostro storico partner, ha evidenziato le ultime tecnologie disponibili per il monitoraggio dei carichi utili per l’allenamento, ma anche di altri parametri che possono essere efficaci tutti i giorni, come “salvavita”. Con un occhio particolare a cosa può servire a ragazzi e bambini.
Gioco e… modello
Da Genova si vola in Spagna, al Villareal, con José Mataix, coordinatore dell’area metodologica del settore giovanile del club. Il principio guida della sua relazione è “Jugar al juego nel fútbol base” e già questo evidenzia la linea del vivaio spagnolo. Viene trattata la formazione del giocatore, l’intelligenza emotiva (l’allenatore deve portare entusiasmo, essere corto y conciso nei suoi interventi e trasmettere messaggi positivi), di armonia sociale nel gruppo, di organizzazione della settimana con la proposta di diverse esercitazioni.
Il pomeriggio vede il primo intervento da parte di Fabrizio Piccareta, allora tecnico della squadra U17 della Roma, fresco Campione d’Italia di categoria, ora mister della Primavera della Spal. L’argomento è “La costruzione di un modello di gioco”. A prescindere da sistemi e schemi. Un condensato di contenuti, molto attuali, quello di Fabrizio. L’ambiente di apprendimento è fondamentale per il neo-tecnico spallino, i concetti di “attrattori” e di “osservatori” di spazi liberi ancora di più. Vengono mostrati numerosi video a sostegno dei concetti evidenziati, estrapolati da partite disputate e dagli allenamenti. Una relazione in cui è traspirata passione ed entusiasmo da parte di un allenatore con una formazione completa, dalle prime squadre al vivaio, con esperienze italiane ed estere.
I più piccoli
Nel nostro Master sono parte in causa tutte le categorie del settore giovanile: dopo l’analisi di un modello di gioco per le fasce agonistiche, spazio all’attività di base: Giuliano Rusca e Marcello Esposito dell’Inter e Gennaro Puca del Sassuolo concludono la giornata di sabato.
Il responsabile della pre-agonistica interista Rusca introduce il discorso sul calcio a 5 (“Il miglioramento della tecnica in velocità con il futsal nella preagonistica” il titolo dell’intervento), che mister Esposito, ex giocatore di Serie A della disciplina, approfondisce, illustrando quali possono essere i vantaggi del suo utilizzo nel vivaio: sicuramente tecnico-coordinativi, poi di natura tattica perché vengono allenati duelli e transizioni. Si sollecitano inoltre: velocità di esecuzione, sensibilità e abilità di agire in spazi ristretti. Un’idea particolare che può essere portata avanti ovunque, in qualsiasi contesto.
Gennaro Puca è al Sassuolo da 9 stagioni, club nel quale ha ricoperto vari incarichi principalmente nell’attività di base e si è confrontato coi presenti sui “Giochi situazionali nell’attività di base”, una relazione molto pratica, da campo che ha spiegato regole e princìpi di queste tipologie di esercitazioni. I concetti salienti da trasmettere ai ragazzi, riassumendo parte del suo intervento, sono: ricerca della collaborazione, attacco veloce della porta, coinvolgimento del portiere, comunicazione verbale e non verbale, occupazione degli spazi, riconoscimento dell’uomo libero e della pressione avversaria, allenamento delle transizioni. Insomma, una conclusione di giornata assolutamente stimolante.
Bologna-Southampton
Sabato mattina eravamo partiti da Genova per arrivare in Spagna, domenica si va da Bologna alla terra di Albione. L’avvio è dedicato alla metodologia nell’attività di base spiegata da Francesco Morara del Bologna e a quella “inglese” del Southampton per le fasce agonistiche con Louis Carey, tecnico Francesco Morara, allenatore del settore giovanile del Bologna. Steve Grinham, allenatore dei portieri del Southampton. Louis Carey, tecnico della squadra U18 del Southampton. della squadra U18 e Steve Grinham, allenatore dei portieri del club. “Conoscere e riconoscere. Come insegnare a scegliere” è l’argomento sviluppato da Morara: incomincia dai compiti del tecnico educatore (“rilanciare”, darsi tempo, porsi degli obiettivi, osservare e progettare) per approdare all’importanza del gruppo di lavoro che si deve creare in un club.
Dopo questa premessa, si passa al “piatto tecnico”, ovvero in che modo stimolare il giovane calciatore a scegliere. Si va dalla presa di decisione, la prima base della tattica, alla preparazione di un modello di gioco che è incentrato su questi concetti. Con numerosi esercizi consigliati. Poi spetta a Louis & Steve parlare della loro realtà: si parte dall’orgoglio di essere parte di un club che ha visto formare elementi come Shearer, Bale, Oxlade-Chamberlain, Le Tissier per esporre quindi i 10 “comandamenti” per l’Academy che si basano su 5 valori fondamentali: rispetto, unità, aspirazione, innovazione e disciplina. Si giunge sul campo, dove la sinergia tra le varie figure è determinante (mister Grinham spiega come si lavora coi numeri uno). Dunque spazio ai video di particolari proposte pratiche commentate e spiegate dai due tecnici del Southampton. Con due “accenti”: il primo è sul miglioramento del singolo giocatore, focus del metodo del club, il secondo sulle transizioni.
Un pomeriggio a tutta tattica
Gabriele Gervasi del settore giovanile del Genoa e Andrea Bonatti della Juventus sono coloro che hanno chiuso il nostro Master digitale. L’allenatore rossoblu, con un’esperienza significativa in Cina, parla della “gestione del carico cognitivo”: parte dalla spiegazione dei contesti funzionali per giungere al concetto di contro-progressione ovvero come partire dal complesso per semplificare successivamente e creare ripetizione di gesti e scelte. Modalità valida per preparare sedute di qualsiasi categoria e livello. Il tutto, logicamente, secondo un calcio per princìpi e che ha come riferimento la gara. Variegate le proposte mostrate con “campetti” e video, alcune sul tema “Come giocare dentro per andare fuori”.
L’allenatore della Primavera bianconera Bonatti mette a disposizione le sue competenze approfondendo l’argomento: “Come lavorare per princìpi nel percorso di formazione del giocatore”. Ruoli, funzioni, concetti di gioco e differenza tra prima squadra e settore giovanile, dove Andrea ha avuto diverse esperienze, sono i must del suo intervento. Una lezione magistrale di tattica, nella quale il coach di Brescia espone, con passione e attenzione ai dettagli, i princìpi di un calcio fluido, che evolve e cambia continuamente grazie a giocatori abili nell’adattarsi e nel leggere le situazioni.
Due giorni intensi, un “concentrato” di aggiornamento e novità, con ben 15 ore di studio, di approfondimenti, ricche di consigli e indicazioni per gli allenatori di tutte le categorie del settore giovanile. Con la speranza di viverle presto insieme, non dietro a uno schermo, ma faccia a faccia!