Tutto sulla marcatura

Tutto sulla marcatura

Andrea Millefanti

Una capacità, talvolta trascurata nel settore giovanile, che va assolutamente allenata. Le proposte pratiche, il duello e il marcamento di un calciatore senza palla.

È ormai ben chiaro che le abilità tecniche non siano l’unica componente che determina la prestazione del calciatore. Al fianco di calciatori come Neymar, Coutinho, Messi e Ronaldo, per citare alcuni dei più famosi, scendono in campo quotidianamente professionisti di primissimo livello, che non esprimono lo stesso fantastico rapporto con la palla, ma che, nella maggior parte dei casi, palesano la loro eccellenza nelle capacità tattico-strategiche.

Il settore tecnico di Coverciano definisce tattica individuale l’insieme dei comportamenti e degli atteggiamenti attraverso cui la prestazione del giocatore risulta utile ed economica. In altri termini si parla di calciatori che sanno scegliere al meglio, considerando gli spazi, i tempi e i modi più opportuni, attitudine questa molto vicina a quella che viene comunemente chiamata “intelligenza calcistica”. In questo articolo incentreremo l’attenzione proprio su queste capacità (decidere), in particolar modo addentrandoci nei comportamenti del difensore (in fase di non possesso), approfondendo quelli riferiti al marcamento, prima di un avversario senza palla e poi di uno in possesso.

I prerequisiti motorio-coordinativi

La tattica individuale del difensore ha fondamenta coordinative. Un corretto orientamento del corpo, una giusta postura e un utilizzo efficace degli appoggi nella corsa e nei cambi di direzione rappresentano i requisiti di base affinché l’azione del difensore sia efficiente. In particolare il giocatore durante la sua azione difensiva:

  • deve ricercare un orientamento del corpo sempre verso la palla. Durante il gioco, sguardo e “piedi” sono rivolti al pallone;
  • non deve mai muoversi nel campo con una corsa all’indietro, ma sempre in avanti, anche quando indietreggia. La corsa a ritroso è inefficace in termini di velocità e stabilità. Quella laterale può essere usata per brevi tratti di risalite, ad esempio della linea;
  • deve essere in grado di effettuare appoggi che permettano cambi di direzione (CDD) rapidi ed efficaci. Spesso la soluzione migliore è rappresentata dal CDD dorsale, che prevede una rotazione con un piede che funge praticamente da perno e consente di non perdere di vista il pallone;
  • deve privilegiare una postura antero-posteriore e non “piatta”, che lo aiuta a non farsi trovare impreparato e gli garantisce tempi di reazione brevi (sia nell’accorciare sia nello “scappare”).

Il marcamento

I princìpi di tattica individuale riferiti alla fase di non possesso sono:

  • presa di posizione;
  • marcamento;
  • intercettamento;
  • contrasto indiretto;
  • difesa della porta.

Con marcamento si intende l’azione di controllo diretto dell’avversario volto a ridurre i rischi che lo stesso può portare. Quando si parla di marcamento ci si riferisce normalmente all’azione nei confronti di un avversario senza palla; quando quest’ultimo è, invece, in possesso, si parla di duello difensivo. È favorito da una buona presa di posizione (che varia continuamente) in cui gli aspetti da considerare sono molteplici.

Marcare un avversario senza palla

L’accurata presa di posizione deve tener conto continuamente di:

  • palla, porta e avversario – il difensore deve essere nel “cono” che unisce avversario e pali della porta (rispondendo al principio di difesa della porta) nel caso in cui l’avversario si trovi sulla linea che unisce palla e porta. Quando l’attaccante non è posto su tale linea, il difensore può marcare l’interno, lavorando su linee d’anticipo (cercando la riconquista della palla). La marcatura si stringe più la palla si avvicina e più l’attaccante è nei pressi della porta (in area più marcatura, meno copertura – figura 1);
  • caratteristiche dell’avversario – a un oppositore molto veloce non conviene concedere profondità (il difensore può allentare la marcatura, privilegiando la copertura dello spazio). Nei confronti di un giocatore più lento e maggiormente tecnico, invece, conviene incrementare la pressione “stringendo” la marcatura, per evitare che questo entri in possesso;
  • caratteristiche dell’avversario in possesso – le capacità tecniche del possessore determinano le soluzioni offensive che si possono creare;
  • lettura individuale – le capacità di lettura del gioco favoriscono il difensore nella scelta. Ad esempio, in caso di palla coperta il marcamento sarà più stretto; in caso di palla scoperta il difensore potrebbe favorire la copertura della profondità.
Marcare un avversario con palla (duello difensivo)

Nel caso di un marcamento di un avversario già in possesso di palla, i comportamenti del difensore possono dipendere da diversi fattori: posizione di campo in cui avviene il duello, disposizione di compagni e avversari, caratteristiche dell’avversario, solo per citarne alcuni. I giovani calciatori possono tuttavia considerare valide alcune priorità e indicazioni generali, in particolare:

  • duello con avversario fronte alla porta (figura 2) – il consiglio è quello di ridurre la distanza con l’attaccante, accorciando lo spazio e tenendo la distanza di un “braccio e mezzo”. I piedi sono vicini ma non paralleli (divaricata sagittale), lo sguardo sul pallone. L’obiettivo principale è non farsi superare. È possibile fintare l’intervento e cercare di indirizzare l’avversario verso il lato meno pericoloso. Cosa considerare meno pericoloso? Il lato esterno del campo e/o il piede meno abile del possessore. Nel caso in cui l’avversario arrivi in velocità al duello (partenza lanciata), la difficoltà per il difensore cresce… e serve maggior prudenza. Dopo aver “accorciato” verso l’oppositore, è necessario frenare a una giusta distanza “di sicurezza” e invertire la propria direzione di corsa, assecondando quella dell’attaccante, e orientando il corpo nella maniera ideale. L’abilità tecnica e il tipo di conduzione del possessore (la frequenza dei tocchi, ad esempio) influiscono sulla decisione del tempo di intervento. Attenzione a considerare se è opportuno agire direttamente per la conquista o meno: non sempre l’azione diretta sul possessore è la scelta migliore!
  • duello con avversario spalle alla porta – in questo caso la priorità assoluta del difensore è evitare che l’attaccante si giri, possibilmente non commettendo fallo. In questo senso risulta importante non concedere l’appoggio. L’avversario potrebbe infatti approfittarne usando il corpo del difensore come perno e ruotando intorno a lui. Si consiglia la distanza di un “braccio” e una postura “bassa” che aiuti a vedere il pallone e a “scappare” repentinamente nel caso in cui il pallone venga scaricato. In tale situazione il difensore si comporta secondo il principio: marco l’uomo, parte la palla, marco lo spazio;
  • duello con avversario laterale – l’aspetto fondamentale è non permettere all’attaccante di sterzare superando il difensore verso l’interno. È utile ridurre la distanza tra sé e l’avversario, usando il corpo e cercando il tempo migliore per l’intervento. Potrebbe rendersi necessario un intervento scivolato, da eseguire con l’interno-collo della gamba più lontana o con l’esterno di quella più vicina. La prima modalità permette di arpionare il pallone e potrebbe dare avvio a una transizione positiva.

L’allenamento nel settore giovanile

I concetti espressi, al pari di tutti gli altri aspetti legati al saper giocare individuale e alle scelte di un giocatore, sono alla base anche dell’allenamento della tattica collettiva. Dovranno far parte del bagaglio di un calciatore evoluto e quindi vanno continuamente stimolati e allenati a partire dal settore giovanile. Allenati significa che il ragazzo debba essere messo nelle condizioni di sperimentare, provare e risolvere continuamente situazioni di gioco mutevoli (il calcio è un’attività open skill), in allenamento e in gara. Anche le proposte analitiche possono essere utili in fase di apprendimento.

Nel caso del marcamento possono essere isolate situazioni nelle quali l’avversario da controllare non sia in possesso palla, altre di duello (avversario con palla) oppure si possono creare attività più globali (possessi/partite a tema), che prevedano entrambi i momenti in maniera alternata (vedi la quinta proposta a seguire). Le esercitazioni che evidenzieremo iniziano da una di tipo motorio-coordinativo. Come sottolineato, gli orientamenti del corpo, le corse e gli appoggi rappresentano un prerequisito troppo importante perché l’azione del difensore risulti efficace. Quelle successive prevedono un giocatore (o più) impegnato a difendere e un elemento (o più) predisposto all’attacco. Nel caso in cui l’obiettivo principale della seduta o
dell’esercitazione sia il marcamento e sia presente un collaboratore tecnico, il coaching di quest’ultimo può essere dedicato alla fase offensiva, con il primo allenatore che segue quella difensiva. Trattandosi di conoscenze che riguardano il saper giocare (in contesti costantemente mutevoli e non meccanici), al fine di ottenere un transfer efficace nell’apprendimento, è essenziale che il ragazzo sia reso protagonista durante le esercitazioni, le correzioni e le nuove strategie da mettere in atto.

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