Come utilizzare queste proposte in funzione di ciò che si vuole ricercare nella gara di campionato. Il tutto in base alle caratteristiche degli avversari.
In passato il mantenimento della palla durante la partita aveva l’intento di monopolizzare il gioco e poi accelerare quando l’avversario si “stancava” di correre e di pressare commettendo di conseguenza il primo errore. Colui che ha estremizzato i canoni di questo “schema” moderno è Josep Guardiola, che lo utilizza non solo come un semplice modo per finalizzare l’azione, ma anche e soprattutto come soluzione per difendere; infatti, l’essere sempre padroni del pallone, oltre a sfiancare gli avversari, permette di ridurre enormemente il numero di azioni che questi ultimi potrebbero costruire.
Ovvia è l’introduzione nelle sedute di esercitazioni di possesso palla, spesso sfruttato con solo una finalità tecnico-tattica, per migliorare lo smarcamento e i suoi tempi, i passaggi, i primi controlli orientati nella fase di possesso e la riconquista. Successivamente si diede importanza anche all’obiettivo fisico: con l’introduzione dei cardiofrequenzimetri e con i prelievi di lattato, si riusciva a stabilire il carico fisico.
È cosa dell’ultimo periodo l’introduzione dei giochi di posizione con cui si eseguono dei possessi palla finalizzati e specifici per ruolo, in cui le componenti tecnico-tattiche sono in funzione dell’organizzazione collettiva della propria squadra e in considerazione del ruolo dei calciatori.
Oggi la tendenza è quella di avvalersi di questo mezzo, oltre che per i sopracitati motivi, anche con l’idea di inserire degli obiettivi specifici che possano risultare utili nella preparazione alla partita della domenica. Tali obiettivi vengono forniti dall’analisi della gara e da quella dell’avversario da affrontare. Dobbiamo, quindi, scegliere se lavorare sulle lacune della partita da noi svolta o se agire inserendo un tema che già ci proietti alla gara successiva.
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