Siamo stati cinque giorni a Brighton ospiti di uno dei tecnici più studiati e stimati d’Europa. Roberto ci ha aperto le porte del club e quelle di casa. Ne abbiamo tratto un piccolo diario.
“Mi dai l’ok, il permesso per pubblicarlo? È la voce tua, ma è soprattutto la voce del calcio che parla.” Così Lele Adani messaggia via WhatsApp all’amico Roberto De Zerbi. L’audio in questione, destinato a diventare virale, esprime parole in libertà del tecnico bresciano, eccole: “Sto camminando per la città con cappello e occhiali così non mi riconosce nessuno. Che bello è vedere i bambini piccoli, il giorno della partita, camminare per la città con la maglia e le sciarpe in attesa della gara? Mi è venuto di colpo la pelle d’oca. Se dovessimo pensare solo a queste immagini, come fai a giocare male, a perdere un contrasto, ad arrivare secondo o a non tentare un dribbling con la cattiveria giusta in testa? Che roba che è il calcio, a 44 anni sono ancora in questo stato… Ciao Lele, volevo dirlo a te che lo capisci come pochi altri”.
È la mattina di un giovedì di Europa League, la sera il Brighton allenato da De Zerbi sfiderà una delle formazioni più blasonate della storia del calcio, l’Ajax, e in giro per la città l’emozione e l’atmosfera sono davvero formidabili. Le respiriamo anche noi, che atterriamo nella cittadina del sud dell’Inghilterra poco dopo pranzo. Siamo qui per passare qualche giorno con il tecnico e con la sua squadra. Abbiamo raggiunto pure noi un accordo con lui: racconteremo su queste pagine di quei giorni, con l’obiettivo di mostrare cosa c’è dietro il lavoro dell’allenatore ma non solo: la sua vita, i suoi pensieri… Grazie quindi a Roberto per aver aperto a noi de Il Nuovo Calcio, con fiducia, la porta del campo di allenamento, dello stadio, perfino di casa sua, in modo che tutti gli appassionati possano conoscere come vive uno dei tecnici più apprezzati e studiati del mondo.
Anticipiamo già che sarà un viaggio da autentici privilegiati e torniamo a quel giorno della gara con l’Ajax, vinta con un dominio totale del gioco dal primo all’ultimo minuto. Siamo a pochi metri dalla panchina dell’allenatore italiano, lo vediamo quasi sempre in piedi, smanicato e scarpe bianche, il cappellino che appare e scompare a seconda dei momenti in cui la pioggia (fedele compagna di questi cieli, come da tradizione britannica) aumenta o diminuisce l’intensità. De Zerbi urla indicazioni in inglese, qualche volta si stizzisce per una giocata non tentata dai suoi (e qui scivola sull’imprecazione italiana), poi chiama a sé qualche suo calciatore, in qualche momento di pausa dell’incontro (dopo il primo gol si avvicina il veterano James Milner, schierato terzino sinistro vista la penuria – causa infortuni – di giocatori in quella zona di campo: dovrà accompagnare l’azione esternamente ed essere subito aggressivo in avanti sul talentino portoghese Borges). La gara termina 2-0.
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Foto: Italyphotopress.