Fase di non possesso
Possesso e non possesso sono costantemente collegati. Proprio perché l’attitudine di una squadra sta nel preparare un eventuale attacco o una difesa proprio durante l’avvenimento che li precede. Il Benfica ha una capacità di passare molto bene da un momento di riorganizzazione difensiva a una difesa organizzata. Avendo parecchia fluidità nei giocatori in avanti, una volta perso il pallone, è difficile che Aursnes o Rafa Silva si possano trovare nelle posizioni di partenza per agire immediatamente le loro zone di competenza. Quindi Schmidt ha pensato che per calciatori come João Mario, Aursnes o Silva, sia necessario approfittare della riaggressione celere a palla persa.
Nella foto 7 il Benfica sta attaccando centralmente, Aursnes con la sua solita costanza a “lasciare” la fascia sinistra, gioca un pallone centrale servitogli da Enzo Fernandez, e nel tentativo di raggiungere Ramos, lo perde. A questo punto, vista la densità sul centro destra dei lusitani, non c’è bisogno di ricompattarsi in una difesa posizionale, ma lo stesso Aursnes può immediatamente correre in avanti per la riconquista, coi compagni sui riferimenti adiacenti.
Questo è il vantaggio di possedere giocatori ibridi, abituati a ricoprire diverse funzioni. Imprevedibilità in possesso e grande capacità di sapere come riaggredire a palla persa nella metà campo avversaria, perché i tanti elementi in rifinitura vicini possono contrastare i rivali nei pressi della sfera.
Schmidt ha inculcato alla squadra ottime idee di pressing alto, alternando situazioni dove andare forte sui riferimenti (facendo orientamento all’uomo contro uomo) a situazioni dove la squadra forza pressioni di “zona”, sollecitando gli opponenti a uscire sui lati del campo (foto 8). L’intenzione è chiudere lo spazio centrale, per garantire in questo modo una prima giocata laterale alla controparte e poi immediatamente “volare” coi propri giocatori nel settore dove si trova la palla, isolando, creando densità e asfissiando gli spazi per gli avversari.
Il lavoro svolto da Schmidt in pochi mesi è stato incredibile. Soltanto un anno fa la formazione titolare vedeva ben sei giocatori diversi dagli attuali. «Siamo bravi a giocare ad alto livello e non è facile giocare contro di noi. I nostri giocatori non solo interpretano bene i piani gara che prepariamo, ma capiscono in maniera ottimale le esigenze che i diversi momenti del gioco necessitano. Non è impossibile batterci, ma è comunque davvero difficile», ha ammesso Roger. Rui Costa ha annuito in silenzio. Il Benfica è tornato davvero a fare paura, con stile.
Autori: Carlo Pizzigoni e Paride Pasta.
Foto: Italyphotopress.