"Per poter apprendere, dobbiamo considerare la pratica anche in termini quantitativi".
Questo il ragionamento da cui è partito Fabio Napoletani per articolare il suo intervento che potete leggere sul numero 333 di Novembre dal titolo “Spazio e tempo questione di metodologia”: una serie di spunti interessanti nella programmazione e gestione delle sedute d’allenamento in funzione del contesto in cui vi trovate.
Organizzare e gestire al meglio gli spazi e i tempi a disposizione può infatti supportare la metodologia scelta per favorire un maggior numero di esperienze utili a incentivare l’apprendimento dei nostri giocatori.
Il connubio tra attività ludica e gestualità specifiche è importante fin dai Piccoli Amici. A questo proposito, Riccardo Banfi, allenatore Uefa B e preparatore atletico di settore giovanile, ci offre una strategia per lavorare in tale direzione e propone una seduta di allenamento esemplificativa per la categoria.
Come inventare delle proposte divertenti incentrate su concetti prettamente calcistici, mutuando idee da altre discipline.
Il giovane calciatore impara secondo modalità non sempre sequenziali. L’imprevedibilità del gioco e le opportune modifiche all’ambiente da parte del tecnico possono fare la differenza.
Fabio Napoletani, Cristian Barca, Marco Dall’Anese sono i tre esperti che hanno illustrato le idee sulla ripresa per i più piccoli. Quali sono le considerazioni che deve fare un istruttore dell’attività di base prima di cominciare l’annata calcistica?
Quali valori e concetti tenere presente quando ci si appresterà a pianificare la prossima stagione. C’è qualcosa che va oltre il calcio e, visto il periodo, non può essere dimenticato.
Parliamo sia di quella motoria sia di quella ludica. I bambini, già in difficoltà prima di questa pandemia a muoversi e a organizzare da soli giochi, potrebbero veder peggiorare drasticamente la loro situazione.
I princìpi utili per ricevere il pallone con traiettoria aerea di controbalzo. L’illustrazione delle soluzioni di pianta, di interno a chiudere e di esterno collo piede.
Una proposta interessante per creare un ambiente di allenamento positivo e parlare in... inglese.
Tutte le tipologie di ricezione possibili per il giocatore, da fermo e in movimento. L’illustrazione delle tre principali: apro di interno, chiudo di interno e “chiudo” di esterno piede.
I giochi da strada e cortile ormai sono scomparsi con tutti i vantaggi che portavano. Come provare a riproporli durante le sedute di allenamento.
Come lavorare utilizzando al meglio questa struttura geometrica e inserire gestualità e movimenti simili a quelli della gara. Una progressione didattica per i più “piccoli.
Un concetto di tattica individuale che deve essere insegnato nel settore giovanile. Una progressione didattica per operare in tale direzione e i princìpi fondanti dell’intercettamento.
Attaccare la porta come attaccare lo spazio sono caratteristiche e qualità che una squadra e un calciatore offensivo, più nello specifico, devono possedere per "colpire" il diretto avversario.
“Ultimo minuto finale di coppa d’Inghilterra con il Liverpool, Beckham tira un calcio d’angolo, il portiere esce di pugno, la palla arriva alta verso di te... tiro e rete! Wimbledon, allora Wimbledon, corri verso la palla, la palla ti arriva, valuti in un attimo la traiettoria, l’angolazione, la rotazione, da dove soffia il vento, la sua velocità, tutto, allunghi il piede, la stoppi di sinistro, due rimbalzi, due passi e tiri un gran destro, il tiro più bello, più perfetto al mondo! Gol!” (Il mio amico Eric, 2009).
Una lunga sfida
È nel tiro in porta che i racconti del pallone trovano spesso e volentieri il finale delle loro storie; bello o brutto che sia, il finale spetta solo a lui. E visto che nelle partite ne è protagonista, il tiro in porta non può e non deve mai mancare nelle sedute, almeno per quel che concerne i più piccoli. Insomma, in ogni sessione la conclusione a rete deve esserci.
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Considerazioni, strategie e applicazioni per migliorare gli aspetti coordinativi dei bambini più piccoli.
Il dominio rappresenta un “tu per tu” tra il bambino e la palla, nel quale si parte da un rapporto di reciproca conoscenza che col tempo migliora, fino a diventare un legame “fraterno”.
Durante i primi anni della scuola calcio, l’allenatore si trova in una situazione nella quale deve sensibilizzare ogni allievo all’utilizzo dell’attrezzo palla. Il bambino sperimenta e compie una serie di nuove esperienze motorie all’interno di un contesto sociale differente da quello al quale è abituato (concetto di gruppo inteso come squadra), che lo porta a vivere anche dei processi emotivi diversi.
Il mestiere di allenatore non è qualcosa di facile che si impara unicamente sui libri. Bisogna mettersi in gioco, osservare e soprattutto... fare!
Cosa significa accettare la sfida di sbagliare per... migliorare. Per crescere in un mondo non ovattato. Il parallelo tra genitore e allenatore ci può portare a considerare in modo differente “pericolo” e “rischio”.
L’importanza del movimento libero, del gioco e degli schemi motori di base coi bambini più piccoli. E non solo.
Stimolato dalla preparazione delle lezioni didattiche per i corsi Uefa C, di cui mi sto occupando a livello territoriale, ho voluto ragionare su alcuni aspetti relativi al movimento in ambito giovanile. Ricercando materiale specifico e documentandomi su quali siano le reali esigenze e le proposte didattiche, dividendomi tra libri e web, mi sono imbattuto in diverse cose molto interessanti. Una di queste la utilizzo per “aprire” questo articolo: ho trovato una foto insolita della Nazionale inglese di calcio nella quale i vari giocatori si trasmettevano un vortex.
Da una chiacchierata con Mauro German Camoranesi e da un articolo di Mattia Toffolutti, prende il via questo speciale che abbiamo preparato per tutti coloro che lavorano coi più piccoli. Si parte dal calcio come gioco che viene dalla strada (Camoranesi), si passa alle problematiche motorie (Toffolutti) per arrivare all’articolo di Matteo Cioffi sul “non cancellare” il rischio coi bambini.
Una serie di proposte pratiche per contestualizzare la situazione di 1>1 e avvicinarsi a ciò che accade in gara.
Ivan Zauli, maestro della tecnica e consulente di diverse società professionistiche, ci porta alla scoperta dell’allenamento dei cambi di direzione, svolti in conduzione, finalizzati alla protezione della palla con il piede più lontano, dall’aggressione di uno o più avversari in un contesto situazionale.
L’esecuzione di questi gesti utili al giovane calciatore per modificare senso di marcia e difendere la palla da un avversario.
Nel primo articolo abbiamo visto l’importanza del trattamento della palla nella formazione del calciatore in età evolutiva, sia dal punto di vista della conoscenza e della padronanza della sfera, sia da quello dei prerequisiti coordinativi fondamentali. In questo secondo scritto porremo l’attenzione sulla guida della palla attraverso l’utilizzo di cambi di senso finalizzati a proteggerla dalla pressione di un avversario e a conquistare spazio durante il gioco.
Andremo ad analizzare le gestualità più efficaci e più utilizzate dai grandi campioni e ci concentreremo su 3 superfici anatomiche del piede:
l’interno;
l’esterno;
la pianta.
Alcune proposte pratiche che aiutano a capire come dei piccoli accorgimenti possano trasformare un’esercitazione e renderla funzionale per le differenti categorie.
L’1>1 è una situazione che, in maniera ricorrente, viene proposta nelle categorie Pulcini e Primi Calci ma, spesso, è presentata sotto forma di lavori prettamente individuali, cioè legati esclusivamente al confronto tra i due giocatori che si sfidano.
Alcuni esercizi fondamentali per migliorare coi più piccoli (ma non solo) il feeling con il pallone.
Il Futsball è quel termine che unisce calcio a 5 (futsal) e a 11 (football). I vantaggi di questa metodologia e le proposte pratiche.
In questo secondo articolo sui primi concetti tattici per i più piccoli, l’autore pone l’attenzione sulle situazioni di gioco semplici e sulla tecnica applicata.