La tecnica aerea

La tecnica aerea

Andrea Millefanti

In che modo stimolare la tecnica aerea nelle fasce più “basse” del settore giovanile. Un’utile progressione di attività.

Ricordate il mancino al volo di Zinedine Zidane nella finale di Champions League Real Madrid – Bayern Leverkusen? Era il 15 maggio 2002, la palla crossata da Roberto Carlos sembrava scendere dal cielo, ma il fuoriclasse francese riuscì a coordinarsi in maniera perfetta e calciare in rete. Impossibile, poi, dimenticare i due gol volanti di Dejan Stankovic da centrocampo, datati ottobre 2009 e aprile 2011. Il primo al Genoa, il secondo allo Shalke 04 (eletto miglior gol degli ultimi 20 anni dell’Inter). Il centrocampista serbo segnò calciando, in entrambi i casi, al volo, il pallone rinviato dagli increduli portieri, rispettivamente Amelia e un certo Manuel Neuer. Cosa si nasconde dietro a gesti di altissima fattura? Sicuramente componenti coordinative, tecniche, tattico-strategiche e mentali; qualità particolari, speciali, che, con le difficoltà del caso, proveremo a descrivere per dare uno spunto a tutti coloro che vogliono agire sotto tale aspetto nell’allenamento dei più piccoli.

Le componenti

Analizzando l’allenamento della tecnica aerea, intesa come gestione e attacco di parabole aeree, ciò che pare di grande rilevanza per il giocatore è la componente coordinativa legata all’organizzazione spazio-tempo. Nello specifico, questa si compone di due aspetti: l’organizzazione del proprio schema corporeo (proiezione di sé e dei propri segmenti corporei nello spazio) e la corretta valutazione delle traiettorie. Assodato questo prerequisito coordinativo (per niente scontato), entrano in gioco aspetti di tipo tecnico, relativi alla sensibilità della superficie che impatta la palla, alla gestualità e al movimento degli arti, del tronco e del collo (per il colpo di testa). Da non trascurare infine i fattori tattico-strategici, quelli che il giocatore mette in atto in base alla situazione di gioco, secondo i comportamenti e i posizionamenti in campo di compagni e avversari.

Le diverse fasce d’età

Nell’attività dei Pulcini (8-10 anni), svolta in campi di dimensioni ridotte, il bambino difficilmente ricorre al lancio con una parabola aerea, anche perché non ha la forza necessaria per riuscirci. Oltretutto, il piccolo giocatore teme l’impatto del pallone con una superficie che non sia quella conosciuta e indolore dei piedi. Il colpo di testa e le giocate con petto e coscia sono esperienze poco sperimentate, in quanto il calciatore non domina ancora quelle capacità motorie che gli permettono di affrontarle con sufficiente senso di sicurezza e autostima. Ecco perché si tende, nei primi anni dell’attività di base, a incentivare principalmente la tecnica aerea con i piedi, attraverso forme di palleggio, stop e tiri al volo. La gestione e il colpo con la testa, il petto e la coscia possono essere inseriti solo sporadicamente, oppure tramite l’utilizzo di palloni più morbidi (gomma, spugna) anche per evitare traumi. Addirittura nei più piccoli le prime forme di tecnica aerea possono essere proposte con palloncini (balloon), che hanno il grande vantaggio di descrivere traiettorie aeree nettamente più lente, permettendo una valutazione più semplice della traiettoria stessa (oltre a non comportare rischi da impatto).

Il biennio degli Esordienti (10-12 anni) completa il percorso dell’attività di base, ultima tappa di avvicinamento alle categorie agonistiche. Il campo si allarga e si allunga, determinando un cambiamento del modello di gioco e con questo delle situazioni tecnico-tattiche; lanci lunghi e cross dalle corsie laterali iniziano a rappresentare sviluppi adottati dai ragazzi. Le rimesse laterali, nei Pulcini giocabili anche con i piedi, sono ora da effettuare obbligatoriamente con le mani, per cui ogni volta che la palla esce lateralmente dal rettangolo di gioco, la prima giocata sicuramente è aerea. Più in generale la capacità di gestire traiettorie con la palla in volo incomincia ad assumere un significato e un peso specifico maggiormente rilevante ai fini della prestazione.

L’allenamento

Per semplificare, è possibile dividere le esercitazioni in base alla componente della tecnica aerea che le stesse stimolano maggiormente; avremo, ad esempio, proposte pratiche:

  • di valutazione della traiettoria;
  • analitiche di tecnica aerea;
  • situazionali di tecnica aerea.
Proposte di valutazione della traiettoria

Per programmare al meglio il tempo e la zona dell’impatto, e quindi ottenere una giocata di qualità, è fondamentale prevedere il percorso che la palla stessa descriverà, sia in termini di tempo sia di spazio. Sarà interessante strutturare esercitazioni che stimolino i ragazzini a stabilire il punto più alto della traiettoria (che divide il momento della salita e quello della discesa del pallone), fase di importante connessione spazio-temporale; si tratta quindi di prevedere la zona e il tempo di caduta della palla.

Proposte analitiche di tecnica aerea

Sono esercitazioni che stimolano la sensibilità di piede, coscia, petto e testa rispetto all’impatto di palloni aerei. Possono riguardare la gestione (controllo) o l’attacco (lancio e tiro) della palla. Vale la pena, durante queste esercitazioni, approfondire anche gli atteggiamenti degli arti e del busto.

Proposte situazionali di tecnica aerea

Come per ogni altra giocata, l’efficacia raggiunta in contesto situazionale assume una rilevanza persino maggiore della pulizia del gesto tecnico. Uno stop di petto, un colpo di testa o un calcio al volo non possono considerarsi soddisfacenti se non tengono presente la disposizione e i movimenti di compagni e avversari. È essenziale, dunque, anche per la tecnica aerea, allenare il ragazzino a scegliere ed effettuare la giocata migliore tatticamente, non solo a eseguirla in maniera tecnicamente pulita.

Le esercitazioni

È utile sottolineare come le componenti tecniche e situazionali non possano prescindere da una corretta organizzazione spazio-temporale, che in un’ipotetica progressione di lavoro va anteposta a tutto il resto.

Primo esercizio

I ragazzi e l’istruttore formano un cerchio. L’allenatore lancia la palla verso l’alto. Ai ragazzi è richiesto di:

  • battere le mani nel punto più alto della traiettoria (un ipotetico movimento in cui la palla è ferma, dopo aver decelerato e prima di cadere verso il basso per la gravità);
  • battere le mani nel punto più basso (contatto con il terreno);
  • saltare verso l’alto e trovarsi nel punto più alto del proprio salto nel momento in cui la palla è nel suo punto più alto;
  • saltare verso l’alto e ritrovare il contatto con il terreno contemporaneamente all’impatto a terra del pallone;
  • combinazioni delle richieste precedenti.


L’esercitazione può avvenire anche a coppie (uno lancia, l’altro esegue), ma si consiglia di “verificare” insieme disposti in cerchio.

Secondo esercizio

Due giocatori si trovano all’interno di un quadrato di 8 metri di lato con un pallone. Il giocatore con la palla in mano deve effettuare un lancio verso l’alto a due mani, in modo che la traiettoria aerea sia caratterizzata principalmente dalla componente verticale. Al compagno è richiesto di:

  • sedersi e ricevere il pallone al volo da seduto (non ci si può sedere dopo aver afferrato la palla);
  • posizionare un cerchio nel punto in cui suppone la palla impatterà il terreno.

Per rendere più complessa l’esercitazione, si vincola il giocatore senza palla a rispondere alle due richieste precedenti prima che la palla si trovi nel punto più alto della sua traiettoria (forte componente di predittiva).

Terzo esercizio

I giocatori A e B si passano la palla con le mani effettuando delle rimesse laterali descrivendo delle traiettorie a parabola. I giocatori C e D cercano, alternativamente con un pallone, di colpire la palla che
A e B si passano lanciando:

  • dal petto;
  • dal basso;
  • da dietro la testa (rimessa laterale).

Si consiglia di variare la distanza tra A e B e tra C e D in base al livello di abilità.

Quarto esercizio

Ogni giocatore ha un pallone e deve palleggiare sul posto:

  • solo di collo destro, solo di collo sinistro, poi di collo destro e sinistro alternato;
  • solo di testa;
  • solo di coscia;
  • eseguendo l’ascensore (la palla passa da piedi, coscia, testa, coscia e torna ai piedi);
  • di collo piede, ma dopo 5 tocchi si calcia il pallone in alto un paio di metri e si lo si gestisce con una superficie richiesta; poi si riprende il palleggio.

Le precedenti varianti possono essere proposte non più sul posto, ma in avanzamento.

Quinto esercizio

I giocatori si trovano a coppie, uno di fronte all’altro e allenano le gestione di parabole aeree. Il giocatore A lancia con le mani (dal basso o da dietro la testa), con B che deve controllare al volo e restituire la palla ad A, senza che questa “batta” a terra.
Si possono richiedere controlli con:

  • collo piede;
  • interno piede;
  • esterno piede;
  • coscia;
  • petto;
  • testa.

In base all’abilità dei giocatori si può chiedere un doppio scambio: A lancia per B, che controlla e estituisce al volo ad A. Quest’ultimo, a sua volta, passa ancora a B che afferra il pallone.

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