Allenare i campioni

Allenare i campioni

La finestra su Scienza&Sport: struttura della prestazione d’élite nel calcio giovanile

Affinché si manifestino prestazioni di alto livello, l’identificazione e la selezione del talento deve essere abbinata a un percorso formativo che favorisca lo sviluppo delle abilità tecniche, percettive e cognitive necessarie a eccellere. Dopo una revisione critica dei modelli di sviluppo del talento sportivo, l’articolo si propone di sfatare alcuni luoghi comuni riguardo l’allenamento giovanile e, soprattutto, di fornire una serie di indicazioni basate sull’evidenza per la creazione di un contesto allenante favorevole all’emergere di calciatori di vertice.

Condizionamento ambientale o ereditarietà? Il dilemma da tempo al centro del dibattito sull’eccellenza sportiva, traslato in ambito calcistico si scrive “genetica o allenamento?” e si legge “selezione o formazione?”. Ad oggi, sono circa 557mila le ragazze e i ragazzi che militano nei settori giovanili italiani (Kunz, 2007). I club professionistici, spesso anche quelli dilettantistici, investono ingenti somme di denaro nell’intento di individuare e formare giocatori che siano all’altezza delle prime squadre o che garantiscano un profitto al momento della cessione del loro cartellino. Il raggiungimento di prestazioni di vertice è determinato dalla combinazione di innumerevoli fattori, fisiologici, biochimici e ambientali, che interagiscono tra loro (Coutinho et al., 2016; Tucker & Collins, 2012). Tuttavia, una volta individuati quei giovani che presentano caratteristiche “in potenza” adatte a fare di loro degli atleti professionisti, è il contesto in cui sono inseriti che determinerà fin dove potranno arrivare. Pertanto, sia l’identificazione del talento, sia il tipo di formazione cui possono accedere gli atleti sono elementi cruciali perché il movimento produca giocatori di alto livello (Tucker & Collins, 2012). In questo quadro, la ricerca di mezzi di allenamento la cui efficacia sia basata sull’evidenza, ovvero supportata da dati oggettivi, dovrebbe preoccupare chi opera nel settore almeno tanto quanto l’individuazione del talento. All’atto pratico, però, l’operato dell’allenatore è spesso dettato dalla tradizione, dall’imitazione di altri colleghi, dall’intuizione o dalla necessità di assecondare una classe di dirigenti sportivi non adeguatamente formata (Williams & Hodges, 2005). Questo articolo propone una revisione critica di mezzi e strutture di allenamento che favoriscono l’emergere di calciatori di alto livello. Oltre a fornire agli allenatori di settore giovanile strumenti pratici basati sullo stato dell’arte, il contributo vuole essere spunto di riflessione per chi riveste ruoli di guida del movimento.

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