Speciale Master 2018 – Prime Squadre
Le soluzioni che si possono adottare con tale sistema in base alle caratteristiche dei propri calciatori. Una serie di movimenti efficaci e l’importanza delle “preventive”.
Marco Baroni, già tecnico tra le varie squadre di Novara e Benevento, con il quale ha raggiunto la massima serie due stagioni or sono, fa il suo esordio al nostro Master esponendo alcuni concetti che ritiene fondamentali per qualsiasi allenatore, prima di addentrarsi nei particolari della fase offensiva del 4-2-3-1. Afferma che un po’ gli manca lo spogliatoio e considererà tutti i corsisti come la sua squadra!
Anche questa è una forma di “allenamento” per il mister, perché confrontarsi, parlare, mettersi alla prova significa senza dubbio arricchirsi. E poi bisogna essere critici, soprattutto con se stessi, andando a cercare quei piccoli errori che sicuramente sono stati commessi e immaginando le soluzioni per evitarli in futuro.
Prosegue il suo discorso evidenziando l’importanza della sensibilità dell’allenatore, che deve intuire rapidamente le caratteristiche dei propri giocatori e trovare la modalità di gioco più consona a loro. Infatti, uomini diversi possono dare connotazioni differenti allo stesso sistema di gioco. A lui è successo proprio così: ha utilizzato un 4-2-3-1 che puntava sulle verticalizzazioni immediate per attaccanti fisici e di corsa (a Novara) e uno in cui i quattro offensivi erano brevilinei palleggiatori, giocatori dotati di grande tecnica e spunto nel breve (a Benevento). Il sistema era il medesimo numericamente parlando, ma i princìpi diametralmente opposti.
I video
Non mentono mai! Mister Baroni crede tantissimo nella loro efficacia, perché il rivedersi è fondamentale per i calciatori. Ti tolgono i dubbi: se hai sbagliato una scalata o un posizionamento, non si “scappa”.
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