L’importanza, l’utilizzo e le variabili degli small sided games nell’ambito dell’allenamento di squadre dilettanti e non.
Dieci proposte pratiche. Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di small sided games, l’ennesimo inglesismo per delle esercitazioni che fino a poco tempo fa venivano chiamate con una più semplice definizione nazional popolare, ovvero partitelle “a tema” o “a pressione”.
Come ben sapete, sono mini-confronti basati prettamente sull’attività di gioco, che si caratterizzano per i seguenti fattori-variabili:
• le dimensioni del campo;
• il numero dei giocatori;
• l’incitamento dell’allenatore o dello staff;
• la durata;
• i tempi di recupero;
• la presenza o meno dei portieri;
• le regole.
I vantaggi sono importanti in quanto, allo stesso tempo, si possono allenare qualità tecnico-tattiche e raggiungere le finalità metaboliche desiderate.
Ma quali sono le peculiarità di questo tipo di metodologia? Innanzitutto, si tratta di un sistema molto apprezzato dai giocatori in quanto la componente essenziale è costituita dal “divertimento” (fondamentale nella fase dell’apprendimento). E questo è un aspetto da valutare sempre nell’arco della seduta, specialmente tra i dilettanti. Ciò produce una maggiore partecipazione da parte del calciatore.
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