Il lavoro in acqua come supporto importante per l’allenamento del giocatore. I vantaggi del suo utilizzo in diverse situazioni, in particolar modo in termini di rigenerazione e prevenzione.
Ormai considerato un valido supporto da inserire nel processo generale dell’allenamento del calciatore, il lavoro in acqua rappresenta un’ottima opportunità nel trattamento degli aspetti preventivi e rigenerativi. Ma non può sostituire l’allenamento specifico vero e proprio, per la particolare complessità di questo sport, data appunto dalla variabilità delle situazioni e delle condizioni di gioco, non riproducibili certamente in acqua.
Nonostante l’ambiente acquatico permetta di compiere praticamente tutti i movimenti che sono conosciuti a secco, tra acqua e “campo” permangono delle differenze che non rendono sovrapponibili le due metodiche. La prestazione del calciatore, infatti, è il risultato della combinazione funzionale di più componenti (fisica, tecnica, tattica), integrate e regolate da complessi processi cognitivi e, limitandoci alla componente fisica, le differenze tra i due ambienti riguardano principalmente:
• la muscolatura attiva;
• il modello di reclutamento muscolare;
• la diversità dal punto di vista biomeccanico;
• la velocità e gli angoli di lavoro;
• lo sviluppo di una potenza differente;
• le coordinate spaziali, temporali e propriocettive.
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