Una nuova serie di articoli dedicata all’organizzazione tattica nelle due fasi di gioco. L’importanza degli atteggiamenti e delle scelte in possesso e non possesso. In questo scritto le diverse possibilità con il 4-4-2.
Tradizionalmente, definire il sistema di gioco è sempre stato un compito difficile. Da sempre, infatti, gli allenatori hanno ritenuto riduttivo ricondurre l’atteggiamento tattico di una squadra a una serie di numeri che ne identifica solo la teorica divisione dei giocatori fra i reparti. Secondo la definizione classica, per sistema di gioco si intende la dislocazione di base dei calciatori sul campo, attraverso i loro compiti e le funzioni assegnate. Questa frase ci fa capire quanto sia arduo spiegare con poche parole o con semplici numeri, come facciamo spesso, l’organizzazione di una squadra. Compiti e funzioni dei giocatori possono essere molteplici e, soprattutto, le loro interazioni, sono fondamentali per spiegare l’assetto di una squadra ed estremamente difficili da rappresentare in maniera sintetica o con dei grafici. Possiamo tranquillamente dire, poi, che nel calcio contemporaneo questa definizione è ancora più complicata: infatti, è totalmente impossibile definire “compiti e funzioni” dei calciatori semplicemente con un sistema come il 4-4-2, il 3-4-2 o il 4-3-3. In passato, infatti, questi sistemi di gioco avevano una, anche se ampia, codifica universalmente accettata sui movimenti che i vari calciatori dovevano effettuare in base alla loro posizione in campo, alla situazione di gioco e all’atteggiamento degli avversari. Adesso non è più così.
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