I pareri di cinque allenatori professionisti, che hanno analizzato come strutturare le sedute, in che modo approcciarsi alla squadra e valutare la rosa, oltre agli aspetti su cui insistere maggiormente. La preparazione precampionato non ha come obiettivo solo quello fisico, il dover portare la squadra a buoni livelli atletici in vista dell’inizio del campionato. Ma sono fondamentali gli aspetti tecnico-tattici: l’allenatore deve trasmettere ai giocatori i suoi princìpi e far capire loro le metodologie che verranno utilizzate. Per approfondire questi aspetti, abbiamo intervistato Giovanni Cusatis, Sandro Pochesci, Michele Marcolini, David Sassarini e Antonio Calabro che hanno espresso il loro punto di vista su questa delicata fase della stagione.
Partiamo dai princìpi
Giovanni Cusatis è il tecnico della Bustese Milano City (Serie D), dopo alcune esperienze nei professionisti.
Come imposti il ritiro precampionato dal punto di vista tecnico-tattico?
«I primi giorni mi concentro su tecnica e tattica individuale, sui controlli orientati, sulle posture, sull’1>1 e sui tempi di gioco. Questo per far apprendere i miei princìpi a ciascun atleta. Il presupposto è che se non lavori bene individualmente, non riuscirai a farlo di squadra. Poi si inizia a lavorare di reparto, per concludere con proposte di squadra. In generale, reputo molto funzionali, in questa fase della stagione, le esercitazioni “spezzettate”, per creare sintonia in ogni settore.»
Quali esercitazioni proponi alla squadra?
«Utilizzo possessi palla e giochi di posizione. Quando effettuo queste proposte, sebbene siamo in fase di preparazione, tralascio l’obiettivo fisico, concentrandomi su movimenti, posture e tecnica. Successivamente, si “provano” la fase offensiva e quella difensiva contro diversi sistemi di gioco, per essere pronti in campionato a fronteggiare qualsiasi tipo di avversario. Inoltre, svolgo sedute con lavori settoriali, puntando su ampiezza e profondità, per migliorare i tempi di gioco.»
In che modo le caratteristiche dei giocatori influiscono sul sistema di gioco?
«Credo che il concetto di sistema di gioco e modulo sia ormai superato. Il sistema, come disposizione numerica, esiste principalmente in fase difensiva. In quella offensiva, invece, è del tutto aleatorio. Quello che conta sono i princìpi. Amo un calcio fatto di possesso, di costruzione dal basso, che in fase offensiva si tramuta in continui movimenti e rotazioni dei giocatori. E questi princìpi li trasmetto al gruppo fin dal primo giorno. Poi, è ovvio, muto qualcosa in base alle caratteristiche dei calciatori a disposizione, ma non cambiando i concetti di base.»
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